Parte dal basso, dalla società civile, e viene raccolta da Valentina Chinnici e dagli esperti internazionali riuniti il 30 gennaio 2025 all’ARS la proposta per migliorare la legge siciliana sulla democrazia partecipata. Obiettivo: un testo unico, che riunisca i riferimenti normativi sparsi nelle leggi regionali dal 2014 ad oggi, per una partecipazione civica inclusiva ed efficace a beneficio dei cittadini, chiara e facilmente applicabile per gli amministratori locali e per gli uffici regionali.
È questa la proposta emersa dall’incontro “Scriviamola Insieme – Per una legge siciliana sulla partecipazione”, organizzato nella Sala “Pio La Torre” dell’Assemblea Regionale Siciliana dal progetto di monitoraggio civico “Spendiamoli Insieme” con il supporto dell’Onorevole Valentina Chinnici, deputata del Partito Democratico.
«Partecipazione è una bella parola che rischia però di diventare vuota, “di plastica”, se non si concretizza in azioni che restituiscono potere decisionale e conoscenza dei meccanismi amministrativi ai cittadini» dichiara l’On. Valentina Chnnici. «La Sicilia è pronta per fare un salto di qualità e dare braccia e gambe alla partecipazione democratica – conclude – con una legge organica che definisca strumenti e spazi con cui portare la voce dei suoi abitanti dentro i palazzi e le stanze dove si prendono le decisioni che riguardano la vita di tutte e tutti».
La norma attuale mette a disposizione dei 391 Comuni siciliani ogni anno un fondo di circa 4,5 milioni di euro per coinvolgere la cittadinanza nella scelta di progetti proposti e scelti dai cittadini. Numeri che fanno della Sicilia un laboratorio di politiche partecipative tra i più interessanti ed estensivi a livello mondiale. Ma a dieci anni dalla promulgazione, occorre intervenire per un aggiornamento che risolva i tanti punti critici della norma e consenta di riunire e chiarire un quadro normativo che si presenta oggi in maniera frastagliata e poco comprensibile.
La legge siciliana sulla partecipazione aderisce al quadro delle raccomandazioni europee tratteggiato dalla direttrice del Centro di Competenza sulla Democrazia Partecipativa e Deliberativa della Commissione Europea, Ângela Guimarães Pereira. Per le sue peculiarità è presa a modello dalla Regione Sardegna e dall’Angola, come ha sottolineato nel suo intervento il professore Giovanni Allegretti, esperto internazionale di democrazia partecipativa del Centro Studi Sociali dell’Università di Coimbra. Inoltre è a costo zero, perché non richiede investimenti aggiuntivi, e genera una cultura partecipativa che cresce sensibilmente nei tanti territori in cui viene applicata, anche tra i minorenni, già coinvolti in circa 150 Comuni attraverso scuole, consulte e associazioni.
Le direttrici di sviluppo su cui condividere un ragionamento, ampio e condiviso, per il miglioramento della norma sono:
- una chiara indicazione degli standard minimi di qualità dei processi;
- salvaguardare i Comuni che fanno processi virtuosi e incentivarli con un sistema di premialità;
- eliminare le sanzioni alleviando gli obblighi per quei contesti che non riescono, per difficoltà strutturali, a mettere in atto la legge, garantendo così anche il sollievo degli uffici regionali, che lamentano difficoltà in merito al meccanismo di calcolo delle stesse sanzioni;
- accompagnare la legge con azioni di sistema che possano garantire il trasferimento delle competenze alle amministrazioni locali, anche coinvolgendo cittadini e associazioni; prevedere la possibilità che i fondi possano essere utilizzati per applicare la partecipazione alle politiche e alle decisioni strategiche dei Comuni e non solo ai processi di bilancio partecipativo.
«Sul portale www.spendiamolinsieme.it abbiamo raccolto tutto ciò che è stato fatto nei 391 Comuni siciliani dal 2015 ad oggi in tema di democrazia partecipata. Un patrimonio di documenti ufficiali, dati ed esperienze che è un valore – sottolinea l’associazione Parliament Watch Italia, che con il sostegno di Fondazione Con il Sud e Fondazione “Realizza il Cambiamento”, dal 2021 monitora lo stato di attuazione della democrazia partecipata in Sicilia – e va tradotto in correttivi e innovazioni per una legge che sta facendo scuola nel mondo ma che va rafforzata e fatta crescere per dare risultati tangibili».