L’11 giugno alle ore 10:30 nella Saletta Santa Sofia del Teatro Pirandello di Agrigento sarà presentato l’avviso pubblico che dà il via ai processi di democrazia partecipata 2023 e 2024 del Comune di Agrigento. Con l’avviso pubblico si apre la fase di presentazione delle proposte da parte della cittadinanza, come previsto dalla legge regionale siciliana 5/2014, che impone ai Comuni siciliani di destinare una quota del proprio budget ogni anno a progetti proposti e scelti dalla cittadinanza. Tutti i dettagli, compresa la somma a disposizione, la modalità di presentazione delle proposte e la data di scadenza dell’avviso saranno resi noti durante la conferenza stampa.
Nel pomeriggio dell’11 giugno è in programma un secondo momento di presentazione del processo di democrazia partecipata, dedicato alla comunità cittadina allargata. L’appuntamento è alle ore 18:30 a Scaro Cafè, in piazza Ravanusella 1, nei pressi degli abituali luoghi di ritrovo delle comunità straniere di Agrigento, un’area in cui si sperimenta quotidianamente l’integrazione di persone con background migratorio.
Le iniziative si svolgono nell’ambito del progetto “Spendiamoli Insieme”, realizzato da Parliament Watch Italia nell’ambito del bando “Realizziamo il cambiamento con il Sud”, con il sostegno della Fondazione Realizza il Cambiamento, Fondazione Con il Sud e ActionAid International Italia E.T.S.
Il progetto ha già sostenuto il Comune nella redazione del nuovo “Regolamento per l’uso dei fondi di democrazia partecipata”, che ha modificato e migliorato il precedente, datato 2017, e nella predisposizione dell’avviso pubblico. Inoltre, grazie alla collaborazione dei partner locali Acuarinto e Agorà Mundi, punta alla massima partecipazione della popolazione agrigentina al processo di democrazia partecipata, con un focus particolare sulle persone con background migratorio che vivono nel territorio.
«L’amministrazione comunale auspica una massiccia partecipazione della cittadinanza – sottolinea l’assessore Vullo – per la costruzione di processi reali di cambiamento e di inclusione sociale. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile sfruttare al meglio le risorse disponibili ma soprattutto fare un lavoro di “rete”, mettendo a fattore comune le competenze e l’entusiasmo di tutte le forze attive del territorio (associazionismo, istituzioni, enti del terzo settore, singoli cittadini) e di quanti vogliono far parte di reali processi di partecipazione».