Male, se dovessimo rispondere con una parola soltanto. E da più di un punto di vista. Proviamo a metterli in ordine: soltanto 3 proposte ammesse al voto; soltanto una dozzina di proposte valutate, 9 delle quali ritenute appunto inammissibili; possibili errori nella valutazione di ammissibilità; comunicazione inadeguata; tempi troppo ristretti.
Prima di prendere in esame questi punti, innanzitutto ricordiamo che il 2023 è il primo anno in cui il processo di democrazia partecipata in città si conclude, come previsto dalla legge regionale, con la votazione. Questa è una delle novità introdotte dal nuovo Regolamento comunale, approvato lo scorso giugno, anche su impulso di “Spendiamoli Insieme” e del Comitato “Villetta G. Sanò”.
Si vota per scegliere quale delle 3 proposte ammesse al voto dovrà essere realizzata con i 110.000 euro a disposizione quest’anno grazie alla legge regionale siciliana sulla democrazia partecipata.
Ecco i titoli delle 3 proposte:
1) Riqualificazione della piazza di Serri con rimozione di un articolato fermo da anni.
2) Progetto per la riqualificazione della piazza Stella Maris di Minissale
3) Sportiviamoci a Scuola, per la rifunzionalizzazione del cortile della scuola di S. Agata in campetto da volley e da basket.
Per ricostruire le criticità di questa fase di votazione occorre guardare all’intero processo di democrazia partecipata.
Dopo l’approvazione del nuovo regolamento, il processo si è ufficialmente aperto il 30 giugno con la pubblicazione dell’avviso che ha invitato la cittadinanza a presentare proposte (clicca qui per leggere l’avviso).
Le proposte potevano essere inviate entro il 30 agosto 2023 (quindi in totale due mesi di tempo, tempo congruo anche se in piena estate).
In occasione della pubblicazione dell’avviso il Comune di Messina ha organizzato una conferenza stampa per diffondere la notizia e questa è stata certamente una iniziativa corretta. Nessuna traccia, a parte una iniziativa della VI circoscrizione, degli incontri organizzati dalle sei circoscrizioni, previsti dal regolamento comunale, per promuovere la partecipazione delle persone. È stato “Spendiamoli Insieme” ad organizzare, in autonomia, sei incontri sul territorio cittadino per informare le persone e rispondere ad eventuali dubbi sulla procedura di partecipazione (clicca qui per leggere delle assemblee organizzate indipendentemente da “Spendiamoli Insieme”).
Oltre alla conferenza stampa, dunque, nessuna specifica iniziativa da parte del Comune. Il risultato di questa comunicazione, a nostro avviso insufficiente, è che sono state soltanto una dozzina le proposte presentate dalla cittadinanza ad essere valutate dal tavolo tecnico del 29 settembre, incaricato di individuare le proposte ammissibili al voto. 9 scartate, 3 ammesse.
Per fare un paragone, a Catania sono state 29 (di cui 19 ammesse al voto), a Palermo ne sono state ammesse più di 80.
È però possibile che anche a Messina le proposte fossero di più. Il verbale del tavolo tecnico del 29 settembre, infatti, non riporta alcuna valutazione su almeno 3 proposte che sono state presentate e hanno ciascuna ricevuto conferma di avvenuta presentazione. Si tratta delle proposte con numero identificativo 100, 102 e 103. Potrebbero essercene ancora, queste tre sono quelle di cui ha notizia “Spendiamoli Insieme”. Ci sono proposte che erano state correttamente presentate e che non sono state valutate? Su questo chiediamo una risposta al Comune di Messina perché per noi è impossibile rispondere con certezza.
Anche rispetto alle 9 proposte scartate riteniamo opportuno fare una considerazione: 9 proposte inammissibili su un totale di 12 o 13 proposte presentate è una percentuale altissima. Questa può essere solo in parte una responsabilità delle persone che hanno partecipato. È più una conseguenza dell’approccio del Comune di Messina al processo di democrazia partecipata, che viene interpretato come un qualsiasi bando. E infatti di bando parla il Comune di Messina nella sua comunicazione. E invece si tratta di un processo che punta al coinvolgimento quanto più ampio possibile della cittadinanza e alla raccolta di idee da parte delle persone. A loro non va chiesta una elevata capacità progettuale, come in un bando, perché giustamente, il più delle volte, questa non rientra nelle nostre competenze. Andrebbero invece offerti incontri di co-progettazione, li organizzano alcuni Comuni in Sicilia e “Spendiamoli Insieme” li supporta, in cui assessorato e uffici rispondono ai dubbi delle persone in tema di ammissibilità delle proposte. Così si ridurrebbero le proposte inammissibili e si rispetterebbe lo spirito di un processo di “democrazia partecipata” che mira a includere e non ad escludere.
Inoltre, anche se non è un obbligo da regolamento, il Comune potrebbe dare comunicazione delle proposte non ammesse. Quante sono state e quali sono i motivi di esclusione? Avere queste informazioni permetterebbe una più completa valutazione del processo partecipativo, in termini di numeri di persone che hanno partecipato e di localizzazione e temi degli interventi proposti dalla cittadinanza.
Passiamo alle votazioni.
Si concluderanno il 31 ottobre e sono state annunciate soltanto il 24 ottobre. Anche in questo caso, una sola settimana è troppo poco tempo per un efficace coinvolgimento della cittadinanza.
Anche se comunicate all’ultimo momento, sono un buon segnale le giornate di voto in presenza organizzate nelle sei circoscrizioni e a Palazzo Zanca dal 25 al 31 ottobre. Orari di voto solo mattutini, complicati per chi lavora e per gli studenti a scuola, ma per questi c’è sempre la possibilità di votare online.
Un altro grave problema riguarda la possibilità di conoscere le proposte che le persone possono votare. Nell’unica comunicazione ufficiale fatta fin qui dal Comune di Messina vengono comunicate soltanto le date delle votazioni. Nessun riferimento alle proposte, nessuna descrizione, neppure il titolo. Queste al momento sono pubblicate soltanto all’interno della piattaforma online che permette di votare, quindi non facilmente e immediatamente disponibili. Ci sembra un errore anche questo: sarebbe bello fossero pubblicate in homepage, nel sito del Comune e sui canali social, per diffondere quanto più possibile informazioni su questo processo. Va inoltre segnalato che anche sulla piattaforma online per una delle tre proposte è disponibile soltanto il titolo, nessuna descrizione di ciò che prevede.
Fino ad oggi, insomma, ci sembra di poter dire che per il Comune di Messina il processo di democrazia partecipata sia più un obbligo a cui assolvere con gli adempimenti minimi necessari che una bella occasione per una reale collaborazione e un reale coinvolgimento delle persone.
Inoltre resta il dubbio che ci siano state proposte correttamente presentate e non valutate e quindi errori nel procedimento.
Resta sempre la possibilità di migliorare, anno dopo anno, questi processi. “Spendiamoli Insieme” rinnova la propria disponibilità per affiancare il Comune di Messina e le associazioni del territorio in un percorso che punti ad una migliore applicazione in città della legge regionale sulla democrazia partecipata già dal 2024.
Aggiornamento 26 ottobre ore 13
Minutoli: “La maggior parte dei progetti scartati per insufficienza di fondi”
Secondo quanto si apprende dal giornale online TempoStretto, l’assessore Massimiliano Minutoli è intervenuto sul tema, rispondendo ad alcune delle domande avanzate da Spendiamoli Insieme: “Dopo la votazione approveremo il documento della partecipazione, faremo una relazione in cui spiegheremo tutto ed esporremo il verbale redatto dai tecnici che hanno valutato i progetti. Posso anticipare che la maggior parte sono stati scartati per insufficienza delle somme necessarie”.