Aggiornamento del 28 aprile: revocate alcune sanzioni
Quasi immediata da parte della Regione Siciliana la prima “correzione” alle sanzioni comminate per i processi di democrazia partecipata del 2020. Il Decreto del 27 aprile “a parziale modifica” di quello del 20 aprile revoca un tot di sanzioni e riduce il totale dei soldi che i Comuni dovranno restituire alla Regione da € 1.398.911,29 a € 1.262.892,37. Nell’analisi che segue – pubblicata prima della “scoperta” del nuovo decreto – si ragiona appunto su alcune delle sanzioni che non hanno convinto i ricercatori di “Spendiamoli Insieme”. Ma vediamo subito le modifiche apportate, che riguardano 4 Comuni:
Penale di € 110.572,00 totalmente revocata per Messina;
Penale di € 1.351,94 totalmente revocata per Pettineo;
Penale rideterminata in € 253,02 per Realmonte, con la sanzione che si riduce di € 16.104,98;
Penale rideterminata in € 748,00 per Montevago, con la sanzione che si riduce di € 8.000,00.
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(Articolo del 27 aprile)
È di pochi giorni fa il decreto della Regione che sanziona 159 Comuni siciliani per i processi di democrazia partecipata del 2020. Le sanzioni sono comminate – ai sensi della Legge Regionale n.9 del 2015, art.6 comma 2 – ai Comuni che non hanno speso, in toto o in parte, i loro fondi per la democrazia partecipata.
Sul “grosso” delle sanzioni appena comunicate dalla Regione Siciliana si è concentrato il team di ricercatori di “Spendiamoli Insieme”, progetto di monitoraggio civico di Parliament Watch Italia (PWI), sostenuto da OSIFE e Fondazione con il SUD.
In particolare sotto analisi sono andati i 95 Comuni per i quali è stata disposta la “restituzione totale” alle casse regionali delle risorse disponibili quell’anno. In pratica questi Enti non avrebbero speso neanche un euro di quanto a loro disposizione.
Sul totale delle sanzioni, pari a € 1.398.911,29, questa “fetta” di Municipi, con multe per complessivi € 1.251.916,00, pesa praticamente per il 90% (esattamente 89,4 %). Il restante 10,6% delle sanzioni (€ 146.995,29) resta invece in capo a 64 Comuni, decisamente “meno colpevoli”, per i quali è prevista la “restituzione parziale”, la restituzione cioè di quella parte di fondi disponibili che non hanno utilizzato.
56 Comuni a “zero attività”
Per 56 dei 95 Enti a “restituzione totale” le deliberazioni della Regione appaiono corrette. Dalle ricerche effettuate da “Spendiamoli Insieme” in questi 56 Comuni non risulta alcuna attività. Sono 9 nell’Agrigentino, compresa Agrigento, uno del Nisseno, 11 dell’area etnea, tre dell’Ennese, 11 del Messinese, 11 del Palermitano, compresa Palermo, quattro del Ragusano, quattro del Siracusano e due del Trapanese, In questo caso le sanzioni in totale “valgono” € 807.778,00.
Ecco l’elenco dei 56 Comuni a zero attività, con le relative sanzioni.
25 Comuni sanzionati nonostante abbiano concluso i processi (numeri aggiornati al 28 aprile)
Sulle sanzioni emesse dalla Regione nei confronti di 27 di questi 95 Comuni, per un totale di € 339.132,00, i ricercatori di Spendiamoli Insieme nutrono invece più di un dubbio. Si tratta dei casi per i quali a “Spendiamoli Insieme” il processo risulta concluso, con esito ufficiale del processo pubblicato. Se il processo risulta concluso, perché la Regione sanziona questi Comuni? Le ipotesi sono varie, la più probabile è che i Comuni abbiano tardato a spendere, e dunque la Regione abbia registrato al momento della rilevazione una mancata spesa e abbia deciso la sanzione. Sono comunque casi che andranno chiariti e che potrebbero essere oggetto di modifica della sanzione.
Si tratta di quattro Comuni dell’Agrigentino, due del Nisseno, sei del Catanese, uno dell’Ennese, tre del Messinese, cinque del Palermitano, uno del Ragusano, due del Siracusano e tre del Trapanese.
Tra questi 27 Comuni, ci sono, per fare qualche esempio, Montevago (v. aggiornamento del 28 aprile, con la sanzione rideterminata) e Racalmuto, nell’Agrigentino, che sono sanzionati rispettivamente per € 8.748,00 e € 13.228,00. Per questi due Comuni ai ricercatori risultano processo concluso e progetto realizzato, con tanto di foto pubblicate dalla stampa.
Ma il caso più eclatante è quello di Messina, che secondo la Regione dovrebbe restituire € 110.572,00 (v. aggiornamento del 28 aprile, con la sanzione totalmente revocata). La città dello Stretto nel 2020 completò il processo assegnando i fondi al progetto vincitore, la riqualificazione della parte alta di Viale Giostra, fino alla determina dirigenziale (n. 11343 del 26/12/2020) con la quale veniva impegnata la somma complessiva di € 113.410,98. Poi, accumulando ritardi non comprensibili, il 31 maggio del 2022 il Comune stipulava la convenzione con l’istituto di istruzione superiore “La Farina – Basile” per la realizzazione delle opere artistiche previste in progetto, e il 16 novembre del 2022 (determina dirigenziale n. 9669 del 16/11/2022) acquistava il materiale necessario (pannelli, vernici, ceramiche) per la realizzazione delle opere. Infine, il 2 marzo di quest’anno (determina del 2 marzo 2023) mediante Trattativa diretta n. 3440373 sul MEPA, Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione – affidava i lavori di messa in posa delle opere e di riqualificazione di marciapiedi ecc, all’Impresa Galletta S.r.l. Vale per Messina il ragionamento fatto sopra. La Città ha operato con grave ritardo, ma ciò basta a sanzionarla?
Ecco l’elenco dei 27 Comuni che hanno svolto il processo ma sono comunque sanzionati. Nell’elenco anche le relative sanzioni.
11 Comuni in bilico (aggiornamento del 28 ottobre)
Restano 12 Comuni per i quali i ricercatori di “Spendiamoli Insieme” hanno rintracciato l’avviso che avviava il processo di democrazia partecipata 2020 ma non gli altri passaggi.
È probabile che i 12 Enti non abbiano portato avanti l’iter e che la Regione li abbia legittimamente sanzionati (per un totale di € 105.006,00).
Mettendo assieme tutte le considerazioni, infine, la conclusione di “Spendiamoli Insieme” è una replica di quanto detto altre volte. «Correttezza dei dati a parte e considerando la possibilità di modifiche del quadro delle sanzioni nei prossimi mesi da parte della Regione, ciò che ci preoccupa è che venire a conoscenza dei dati ufficiali del 2020 soltanto nel 2023 può far crescere la sfiducia da parte della cittadinanza nei processi di democrazia partecipata. Poco importa che il ritardo si registri nelle sedi regionali o in quelle comunali o in entrambe. Scoprire così tanto tempo dopo come sono andate le cose impedisce alle persone di intervenire sui processi. Per questo con “Spendiamoli Insieme” proviamo a fare informazione in tempo reale sulla democrazia partecipata in tutti i 391 Comuni Siciliani, per dare la possibilità di stimolare i Comuni ad attivarli e portarli a termine. Detto questo, il quadro generale è negativo. Nel 2020 erano disponibili in tutto 4 milioni e 642 mila euro. Con 1 milione e 400 mila euro circa di sanzioni, al netto delle eventuali correzioni “in calcio d’angolo”, i Comuni continuano a non utilizzare e dunque a sprecare circa il 30% dei fondi disponibili per il coinvolgimento della cittadinanza».
Iria Cogliani
Analisi aggiornata ai dati disponibili al 27 aprile 2023