Ha dentro di tutto un po’ il 2022 della democrazia partecipata in Sicilia. Tante storie quanti sono i Comuni. Troppe da raccontare una per una, ma più che sufficienti per illustrare tendenze e fenomeni. E, grazie all’azione di Spendiamoli Insieme, il progetto di monitoraggio civico sull’attuazione della legge sulla democrazia partecipata in Sicilia, questa rilevazione è disponibile praticamente in tempo reale: ogni cittadino siciliano può sapere se e come il proprio Comune ha attivato nel 2022 i processi di coinvolgimento della cittadinanza previsti dalle legge.
Inadempiente un Comune su quattro
A oltre otto anni dall’entrata in vigore della legge regionale siciliana sulla democrazia partecipata un Comune su quattro risulta inadempiente. Nel 2022 infatti sono state 95 su 391 (24,7%) le città che non hanno attivato i processi e sono destinate a perdere le somme disponibili (17 nell’Agrigentino, compresa la capitale Agrigento, 8 nel Nisseno, 23 nel Catanese, 2 nell’Ennese, 20 nel Messinese, 15 nel Palermitano, compresa la capitale Palermo che però ha approvato per la prima volta il Regolamento per l’uso dei fondi, 3 nel Ragusano, 5 nel Siracusano, 5 nel Trapanese).
Un dato sconfortante che Spendiamoli Insieme rileva assegnando il colore grigio ai territori per i quali non si è trovata alcuna notizia. Il sito web www.spendiamolinsieme.it consente di andare più nel dettaglio, ricostruendo lo storico dei singoli territori dal 2016 a oggi.
Ed ecco che si scopre che tra i 96 Comuni “assenti” nel 2022 poco meno di settanta sono da considerare “più assenti” degli altri. Si tratta anzitutto di quelli su cui non si è mai trovata alcuna notizia: Castel di Iudica, Nissoria, Aliminusa, Casteldaccia, Castelvetrano.
Quasi altrettanto “grigi” sono Favara, Mazzarrà Sant’Andrea, Novara di Sicilia, Pace del Mela, Pettineo, Chiaramonte Gulfi che si sono dati da fare solo nel lontano 2016 e poi nulla più. E – pari merito, si fa per dire – sono tutti quelli per i quali ci sono notizie solo per un anno: Licata, San Pietro Clarenza, Leni, Partinico (2017), Mineo, Zafferana Etnea, Piazza Armerina, Castellammare del Golfo, Pozzallo (2018), Piana degli Albanesi (2020), Marsala (2021).
Due soli anni di azione, quindi un “grigiore” comunque molto esteso, anche per Scordia, San Salvatore di Fitalia, Torretta, Augusta, Francofonte (2016 e 2017), Ravanusa, Floridia (2017 e 2018), San Cataldo (2016 e 2018), San Teodoro (2016 e 2020), Adrano (2017 e 2020.), Mascali (2018 e 2020), Calatabiano e Rosolini (2019 e 2020), Palagonia, Valverde, Caltavuturo (2019 e 2021), Butera e Roccella Valdemone (2016 e 2021), Giarre, Moio Alcantara, Casalvecchio Siculo, Roccamena, Petrosino (2020 e 2021).
Appena un po’ meno “grigi” quelli con tre anni di attivazione dei processi: Naro (2016, 2017, 2020), Porto Empedocle (2019, 2020, 2021), Motta Sant’Anastasia (2018, 2020, 2021), Acquedolci (2016, 2017, 2021), Monforte San Giorgio e Taormina (2017, 2020, 2021), Trabia (2018, 2019, 2020).
Infine, poiché negli ultimi anni c’è stato un inasprimento delle regole (dal 2019 i Comuni con più di 10.000 euro devono avviare il proprio processo entro il 30 giugno e dal 2021 tutti i Comuni devono attestare la spesa non oltre il 31 gennaio dell’anno successivo), tra i “più grigi” sono da annoverare anche i Comuni che non hanno fatto niente dal 2019 (compreso) a oggi, ovvero Agrigento, Casteltermini, Cerda, e quelli che sono stati “latitanti” nell’ultimo triennio, ovvero Villafranca Sicula, Mussomeli e Grammichele.
Lo stato dell’arte sulle somme
La questione soldi è tra le più complicate da monitorare. Un motivo è che non tutti i Comuni – nonostante la normativa lo pretenda – indicano gli importi disponibili per la democrazia partecipata nei documenti previsti dal processo. Una seconda causa di incertezza sta nei ritardi, più volte denunciati da “Spendiamoli Insieme”, con cui Regione e Comuni si “passano” le informazioni per poi renderle ufficiali e definitive due/tre anni dopo. Un’ultima ragione sta nel fatto che ancora per tutto il mese di gennaio 2023, se pur in calcio d’angolo, i Comuni possono impegnare le somme della democrazia partecipata del 2022. Ed è probabile, vista l’esperienza passata, che alcuni Comuni che ancora non si sono mossi correranno ai ripari.
Comunque sia, i ricercatori di “Spendiamoli Insieme” hanno trovato traccia di impegni di spesa nel 2022 complessivamente per più di 2 milioni e mezzo di euro, precisamente 2.668.344 €. Nel dettaglio: 274.838 € nell’Agrigentino, 130.142 nel Nisseno, 481.938 nel Catanese, 133.526 nell’Ennese, 705.450 nel Messinese, 492.355 nel Palermitano, 117.280 nel Ragusano, 143.733 nel Siracusano, 189.082 nel Trapanese.
Al di là, però, della suddivisione per aree, il totale di poco più di due milioni e mezzo di euro equivale a circa il 60% delle somme effettivamente disponibili (dedotte da quanto è accaduto negli anni passati, visto che, come si è detto, il dato ufficiale per i fondi del 2022 arriverà nel 2024).
Resta forte il tema della qualità di questa spesa, dal punto di vista della reale capacità di coinvolgimento della cittadinanza nei processi attivati nel 2022. Le schede dedicate a ciascun Comune su www.spendiamolinsieme.it permettono una riflessione sul punto indicando, ad esempio, il numero di progetti finanziati, i soggetti proponenti, il numero di persone che hanno votato, le convocazioni di incontri pubblici finalizzati a coinvolgere la cittadinanza.
Senza il regolamento ancora 85 Comuni
L’adozione del regolamento di democrazia partecipata da parte dei Comuni (in particolare da parte dei Consigli Comunali cui spetta la titolarità di questi adempimenti) è obbligatoria a partire dal 2019 (ai sensi della legge regionale 8/2018, art. 14 comma 6). Nel 2022 però risultano ancora senza regolamento 85 Municipi, più di un quinto del totale (21,4%). Nel dettaglio mancano 9 regolamenti nell’Agrigentino, 4 nel Nisseno, 15 nel Catanese, 4 nell’Ennese, 25 nel Messinese, 18 nel Palermitano, 3 nel Ragusano, 2 nel Siracusano, 4 nel Trapanese.
Non è chiaro se la mancata adozione della “carta” fondamentale sia sanzionata dal Regione o meno, ma resta vero che l’assenza di questo strumento rende più incerta, da tutti i punti di vista, l’attuazione dei processi partecipativi per l’utilizzo dei fondi di democrazia partecipata.
Segnali di risveglio datati 2022
Non per caso quest’anno il “varo” del regolamento da parte della capitale siciliana, Palermo, è stato salutato come l’inizio di un nuovo corso per la città, che finora non ha mai attivato il proprio iter di democrazia partecipata perdendo oltre due milioni di euro, circa 300 mila euro all’anno.
Come Palermo, sempre nel 2022, hanno adottato i propri regolamenti Castrofilippo nell’Agrigentino, Mirabella Imbaccari nel Catanese, Gagliano Castelferrato e Leonforte nell’Ennese, Limina nel Messinese, Terrasini, Bolognetta e Altofonte nel Palermitano, Lentini nel Siracusano, Valderice ed Erice nel Trapanese. In tutto si tratta di 13 Comuni.
Hanno invece approvato nel 2022 modifiche ai propri regolamenti altri 6 Comuni: San Biagio Platani (Libero Consorzio di Agrigento), Pedara e Milo (Area Metropolitana di Catania), Assoro (Libero Consorzio di Enna), Caronia (Area Metropolitana di Messina), Calatafimi Segesta (Libero Consorzio di Trapani).
Si tratta – in ogni caso – di segnali di attenzione al tema. Ma altri Comuni hanno dato segnali altrettanto importanti, risvegliandosi e attivando nel 2022 per la prima volta da sempre – o per la prima volta dopo molti anni – i propri processi di democrazia partecipata.
Reitano nel Messinese, Vittoria nel Ragusano, Buscemi nel Siracusano e Montallegro nell’Agrigentino si erano attivate solo nel 2017 mentre solo nel 2018 si era fatto vivo Capo d’Orlando (Area metropolitana di Messina). Tutti e cinque sono tornati ad agire quest’anno. Con qualche differenza nei risultati.
Montallegro ha fatto tutto per bene, rispettando la scadenza per i Comuni con più di 10 mila euro, consentendo ai cittadini sia la presentazione di proposte sia la votazione per la selezione tra le proposte presentate, e arrivando all’esito il 15 giugno. Le altre quattro città invece sono in ritardo, per l’espletamento dei processi oppure per la diffusione delle informazioni. A Buscemi la scadenza per la presentazione delle proposte da parte dei cittadini è trascorsa da pochissimo, era fissata al 15 dicembre. Anche a Vittoria la scadenza è appena trascorsa (a causa della riapertura dei termini che l’ha fatta slittare al 16 dicembre). A Reitano e Capo d’Orlando i ricercatori non sono riusciti a trovare l’esito del processo anche se le proposte dovevano essere presentate rispettivamente entro il I agosto e il 30 settembre.
Scaletta Zanclea nel Messinese era partita bene avendo svolto i processi di democrazia partecipata negli anni 2016, 2017 e 2018. Ma poi si era arenata, rimanendo ferma per i successivi tre anni. Nel 2022 è ripartita portando a compimento il processo ma consentendo ai cittadini di selezionare la sola area tematica di intervento e non un progetto specifico (secondo la legge invece le proposte devono essere formulate dai cittadini).
Era il 2019 l’ultima volta, o l’unica volta, in cui avevano sviluppato l’iter di democrazia partecipata Carlentini nel Siracusano, Castronovo di Sicilia, Ustica e Borgetto nel Palermitano. Carlentini, Borgetto e Ustica hanno completato l’iter. A Castronovo di Sicilia i ricercatori hanno trovato solo l’avviso.
E poi ci sono le prime volte assolute. Pachino e Santa Croce Camerina, rispettivamente nel Libero Consorzio di Siracusa e in quello di Ragusa, hanno adottato entrambe il regolamento nel 2021 ed entrambe hanno messo in moto per la prima volta il meccanismo della democrazia partecipata nel 2022. Ma se Pachino ha rispettato appieno la normativa, la cittadina del Ragusano invece riserva alla Giunta comunale la selezione della proposta da realizzare tra quelle presentate dai cittadini (mentre la legge prevede che anche la selezione sia in capo alla cittadinanza). In ogni caso, Santa Croce Camerina ha dato decisamente un’accelerata ai propri atti e ha già pubblicato l’avviso per la presentazione delle proposte a valere sul processo del 2023.
Infine, Isola delle Femmine (Area Metropolitana di Palermo). Il Comune non ha ancora il regolamento ma quest’anno ha svolto il processo di democrazia partecipata secondo i dettami di legge. L’unico passaggio “saltato” è stato quello della votazione dei cittadini per scegliere il progetto da realizzare. Ma il motivo c’è. I fondi bastavano per entrambi i progetti presentati.
Gli aggiornamenti su www.spendiamolinsieme.it
Nel 2022 i ricercatori di Spendiamoli Insieme hanno raccolto, analizzato e pubblicato sul sito web di progetto 895 documenti, tra Regolamenti, Avvisi e Esiti, cioè gli atti che i Comuni producono per avviare e svolgere il processo di democrazia partecipata.
Nella sezione “Rassegna Stampa” sono stati pubblicati 321 post, tra articoli tratti dalla stampa locale e brevi notizie principalmente dedicate alle scadenze dei processi locali curate dal team di progetto.
Nella sezione “Gli approfondimenti” sono stati pubblicati 46 articoli. Si tratta di analisi costruite sui dati pubblicati da Spendiamoli Insieme e di storie dai territori impegnati nei processi di democrazia partecipata. È l’informazione “auto-prodotta” dal progetto, che viene poi diffusa tramite i canali social e la newsletter con l’obiettivo di diffondere sempre più consapevolezza sull’attuazione della legge regionale siciliana.
Il lavoro di monitoraggio civico di Spendiamoli Insieme proseguirà nel 2023 con la speranza che la democrazia partecipata in Sicilia sia anno dopo anno più efficace, coinvolgente, inclusiva. Partecipata per davvero.
Iria Cogliani
Gagliano Castelferrato, foto di giomodica, via Wikimedia Commons