Democrazia partecipata 2024: ancora nulla di fatto nella metà dei Comuni

Democrazia partecipata 2024: ancora nulla di fatto nella metà dei Comuni

A meno di 3 mesi dalla fine dell’anno, la democrazia partecipata 2024 in Sicilia è lontana dal raggiungimento degli obiettivi di legge. Ancora a settembre sono 187, su un totale di 391, i Comuni che non hanno messo mano ai processi.

Un numero grosso ma che segna comunque un significativo miglioramento rispetto all’anno scorso, quando i Comuni inadempienti erano 215. In termini percentuali, si tratta di un 5% in più che quest’anno si è dato da fare per tempo: il 54,9% dei Comuni erano fermi a settembre 2023, il 47,8% lo sono a inizio ottobre 2024.

Il dettaglio nelle 9 province

Con riferimento al numero di processi avviati, il territorio che in termini percentuali si comporta meglio è il Ragusano: al primo posto con 9 Comuni che hanno avviato i processi su 12. Larea metropolitana di Messina è al secondo posto con 61 Comuni su 108, pari al 56,5%. Terzo il Palermitano con 45 Comuni su 82, ovvero il 54,8%.

A Caltanissetta si sono “sbloccati” 12 Comuni su 22 , nell’Agrigentino sono 22 su 43 i Comuni che hanno fatto partire l’iter. Nell’Ennese la situazione è di 9 Comuni su 20, nel Trapanese di 13 su 25 e nel Siracusano di 9 su 21. Primato negativo è quello dell’area metropolitana di Catania, con 24 processi avviati su 58 e dunque 34 Comuni ancora fermi al palo, pari al 58%.

Il fattore tempo

Detto questo, però, non si è detto tutto. Una volta avviato, il processo si deve infatti completare. Ma ci sono molti casi in cui al primo avviso segue uno stop di diversi mesi.

Per chiarire: gli iter di democrazia partecipata prevedono ogni anno che ciascuno dei 391 Comuni siciliani pubblichi un avviso chiamando i cittadini a presentare proposte di opere e servizi che vorrebbero fossero realizzati con i fondi di democrazia partecipata; prevede poi una seconda fase e cioé che queste proposte vengano valutate sotto il profilo tecnico di ammissibilità e fattibilità (nel rispetto dei fondi e delle aree tematiche di ciascun ente locale). A questo punto, i progetti ammessi devono essere sottoposti alla valutazione di preferenza, in sostanza una votazione dell’intera cittadinanza che così determinerà il “vincitore” a cui assegnare le risorse.

Tutto questo entro l’anno in corso. Il rispetto dei tempi è costantemente monitorato da “Spendiamoli Insieme”: dare tempo sufficiente e informazioni adeguate ai cittadini affinché possano scegliere con consapevolezza il progetto o i progetti cui destinare le risorse è fondamentale per agevolare la partecipazione e responsabilizzare rispetto alle preferenze che si esprimono.

“Stop” che durano mesi

Eppure, non sono pochi i Comuni che sono rimasti fermi per molti mesi, dopo aver realizzato uno o due passaggi.

Facciamo qualche esempio. Nel Palermitano a Campofiorito la call per le proposte dei cittadini si è conclusa a gennaio. Da allora ad oggi i ricercatori di “Spendiamoli Insieme” non hanno trovato altre notizie. Niente sui progetti ammessi, niente sulle votazioni, niente sull’esito. Sembra che tutto sia rimasto congelato.

Nel Messinese Pagliara ha dato tempo fino al 2 marzo ai cittadini per presentare progetti. E da quel momento tutto tace. Idem nell’Agrigentino ad Alessandria della Rocca (scadenza 15 marzo) e a Cianciana (scadenza 13 marzo).

Nel Siracusano, ad Avola, uno dei territori pilota in cui “Spendiamoli Insieme” agisce in collaborazione con le associazioni locali, non è ancora stata diffusa nessuna notizia sugli esiti della prima fase del processo, che poneva come termine il 20 luglio per la presentazione dei progetti. A inizio ottobre, non si sa ancora quanti progetti siano stati presentati, né quando verranno resi noti quelli ammessi. Il caso è spinoso perché lo scorso anno il Comune organizzò la votazione in un solo giorno, a fine anno, il 28 dicembre, in assenza di qualsiasi momento pubblico di presentazione dei progetti ammessi al voto. In pratica, non è stata garantita sufficiente informazione alla cittadinanza.

Il risultato di questi lunghi stop è che le altre fasi del processo dovranno essere accellerate, condensate”, in pochissimo tempo. Almeno, se si vogliono rispettare le tempistiche dettate dalla norma.

Quanti processi si sono conclusi?

Non per caso è “triste” il dato riguardante i processi 2024 conclusi, che a oggi sono appena 88, ovvero poco meno della metà di quelli avviati (esattamente il 47%) e poco più di un quinto di quelli che si devono avviare in tutto (22,5%).

Insomma, per sapere se le proprie proposte siano state o meno finanziate la gran parte dei cittadini siciliani deve ancora aspettare.

Val la pena quindi di ricordare che il team di “Spendiamoli Insieme” ha depositato all’ARS una proposta di miglioramento della normativa sulla democrazia partecipata che tocca tutti i principali problemi riscontrati.

Ha chiesto infatti che siano certe per tempo le somme a disposizione degli enti (oggi si va avanti su calcoli parziali e somme presuntive e il dato definitivo, ufficiale, si ha due o tre anni dopo), che ci siano tempi certi (con l’istituzione della “Settimana della democrazia partecipata” e l’avvio contestuale dei processi di tutti i Comuni), che le fasi (e le loro tempistiche) siano anch’esse certe e definite in modo unico.

Un po’ di correttivi, in pratica, per “permettere alle amministrazioni comunali e alla cittadinanza siciliana di attivare processi semplici, efficaci e realmente partecipativi”. Resta da vedere se le proposte saranno accolte o meno.

Iria Cogliani

 

Nella mappa, in verde i Comuni per cui “Spendiamoli Insieme” ha trovato informazioni sui processi di democrazia partecipata 2024, in grigio i territori su cui non abbiamo reperito informazioni.