La democrazia partecipata non è solo un eccezionale spazio di protagonismo civico per cittadine e cittadini siciliani che intervengono direttamente nelle politiche pubbliche senza delegare gli amministratori. È anche cose, progetti, cantieri.
Ma quando queste opere non vengono realizzate o tardano ad essere realizzate, il contraccolpo scoraggia la partecipazione civica. Al punto che qualche giornale locale definisce i progetti finanziati «buoni propositi che all’atto pratico non trovano attuazione per tanti comuni siciliani». E molti cittadini, inclusi vari firmatari di “Scriviamola Insieme”, la nostra raccolta firme per proteggere, rafforzare e migliorare la legge siciliana sulla democrazia partecipata, pongono la questione delle opere finanziate ma non realizzate come uno dei nervi scoperti su cui si gioca la credibilità della norma.
Innanzitutto, val la pena puntualizzare: non è sempre e solo così. Sono tanti i progetti realizzati nei 391 Comuni siciliani grazie ai fondi della democrazia partecipata, a distanza di mesi o anni dalla loro approvazione. Certo, la lentezza della macchina amministrativa è un dato di fatto, ma non riguarda solo i progetti finanziati con i fondi della democrazia partecipata. È pur vero che in questi casi i ritardi o peggio la mancata conclusione delle opere tradiscono ancora di più la fiducia di cittadini e associazioni che, di anno in anno, scelgono di presentare un progetto, di chiamare a raccolta i concittadini per votarlo, magari festeggiano l’assegnazione dei fondi e poi aspettano o, peggio, vedono sfumare tutto.
E di casi-simbolo, in negativo, ce ne sono parecchi. Ne abbiamo individuati vari in tre città.
Come sempre, vale una indispensabile premessa: le nostre informazioni sono il risultato del lavoro di ricerca del progetto “Spendiamoli Insieme”. Pubblichiamo ciò che abbiamo trovato navigando i siti dei Comuni e dei giornali siciliani e qualcosa potrebbe esserci sfuggito. Altrettanto certamente, ci abbiamo messo molto impegno e più passaggi di verifica. Migliorare la qualità di quest’informazione resta un obiettivo di verifica e monitoraggio civico e giornalistico che è sempre in itinere e che necessita del contributo di tutti. Per questo, se ritieni che le nostre informazioni siano inesatte o incomplete, segnalalo a info@spendiamolinsieme.it e provvederemo a verificarle e ad aggiornarle.
Il caso Gela: partecipazione massiccia e sfiducia crescente per un solo progetto realizzato negli ultimi 7 anni
La città di Gela è un caso emblematico: dal 2017 ad oggi, per quanto ricostruito da “Spendiamoli Insieme”, la città ha sempre attivato e concluso i processi di partecipazione civica, con l’unica eccezione del 2019. Ha addirittura scelto di dedicare ai progetti proposti e scelti dalla cittadinanza circa 20 mila euro in più rispetto al budget messo a disposizione dalla Regione, arrivando a 60 mila euro tondi. Eppure solo uno dei progetti finanziati ha visto la luce, quello finanziato con i fondi 2018. Si tratta dell’app Discovery Gela, guida turistica in tre lingue creata, presentata, attivata che, però, ad oggi non si riesce a rintracciare su App Store. Per il resto tutto tace, o meglio tutto è diventato oggetto di polemiche, interrogazioni pubbliche, proteste e articoli di giornale.
Caso nel caso, lo spazio Snoelezen, innovativa stanza multisensoriale per la terapia dell’autismo che nel 2020 si era aggiudicata il finanziamento di democrazia partecipata. Il progetto, proposto da Salvatore Franco, papà di un bambino autistico, è stato molto sostenuto dalla cittadinanza, premiato tra 18 progetti con 537 voti su 3678. Eppure, a quattro anni da quella votazione, la stampa locale parla di «Snoezelen dimenticata», «ennesimo spreco di denaro pubblico» e «promessa non mantenuta» e testimonia lo stato in cui si trova la stanza dedicata nella Casa del Volontariato di via Ossidiana, stanza che doveva essere, per come era stata presentata, la più grande struttura di questo tipo d’Europa.
Dopo vari annunci, arredi e infrastrutture posizionati, nel settembre 2023 Video Regione e il Quotidiano di Gela testimoniavano come mancassero ancora i collegamenti elettrici, la climatizzazione e l’impianto audio, con i pannelli del tetto quasi del tutto compromessi dall’umidità ma, assicurava il Comune, già ordinati, al punto da sbilanciarsi: entro fine ottobre la Snoelezen Room sarebbe stata consegnata e sarebbe diventata operativa
Il servizio del 28 settembre 2023 di VRSicilia.it
E oggi? Silenzio, rotto soltanto dalla delusione, come cittadino e come padre, di Salvatore Franco per un progetto che poteva e doveva essere un fiore all’occhiello per la città e un importante presidio per bimbi affetti da autismo.
Anche negli anni successivi non è andata meglio. Nel 2021 ancora tanto entusiasmo, con 2690 votanti e fondi della democrazia partecipata andati all’organizzazione di un evento culturale internazionale per la valorizzazione e promozione della tradizione artistica e culturale di Gela, progetto, proposto da Paola Incardona, che con 723 voti è risultato il più votato. Ma di quello che sarebbe dovuto essere, nelle intenzioni della proponente, un mese dedicato all’arte sui temi portanti della tradizione gelese (mare, pesca, grano, terra e antichi mestieri), con sei artisti di caratura internazionale coinvolti nella realizzazione di sculture da donare alla città, contest e laboratori creativi per bambini finora non c’è stato traccia.
Arriviamo al 2022, quando, a fronte di una votazione decisamente sotto tono rispetto al biennio precedente, crollata da oltre 2000 a 252 votanti, si aggiudica i fondi la proposta del cittadino Massimiliano Giorrannello per la riqualificazione di piazza San Giacomo e Corso Salvatore Aldisio con cestini per l’immondizia e panchine, con 247 preferenze. Anche qui è la stampa locale ad aggiornarci, parlando, con il servizio di Retechiara, di «un vero e proprio flop» e di «cittadini che perdono sempre più fiducia nella democrazia partecipata», mentre i proponenti dichiaravano ai microfoni «di democrazia non c’è stato nulla» considerando che, a distanza di mesi, «la voce dei cittadini è stata calpestata».
Nel 2023, infine, la partecipazione civica torna a crescere, con 1477 votanti e 10 proposte. La “preferita” è la riqualificazione del campo di calcetto e aree annesse nel quartiere di Manfria, proposte dall’ex assessore Flavio Di Francesco del comitato Gela Brainstorming, che la spunta per pochi voti sul gruppo archeologico Geloi. Era il 30 novembre scorso. Poi dissesto, elezioni e vedremo che sarà.
Il caso Sciacca: processi sempre avviati ma le incompiute pesano e fanno crollare la partecipazione
La città di Sciacca è uno dei casi “sempreverdi” per i ricercatori di “Spendiamoli Insieme”. Significa che siamo riusciti a rintracciare almeno un documento ufficiale all’anno che testimonia l’avvio del processo di democrazia partecipata dal 2016 ad oggi. Se guardiamo alla realizzazione dei progetti, però, il quadro si complica parecchio, di pari passo con la partecipazione, che passa da 2500 votanti ad appena 84.
Nel 2019, nonostante i 2420 votanti e i 13 progetti civici presentati, la città restituisce alla Regione circa 6300 euro sugli 11 mila a disposizione, segno che qualcosa non è andato a buon fine. D’altronde non deponevano bene le polemiche sulla stampa sui progetti fermi al palo e le interrogazioni dei consiglieri d’opposizione che nel luglio 2020 scrivevano «duole constatare, ancora una volta, come una nobile iniziativa come quella della democrazia partecipata, ottima occasione per avvicinare il cittadino e renderlo protagonista e partecipe della cosa pubblica si sia rivelata ennesima causa di delusione e di sfiducia nella politica».
Stesso problema di restituzione parziale dei fondi nel 2020, quando con meno della metà dei votanti rispetto all’anno precedente (973), erano stati cinque i progetti civici finanziati. Eppure il Comune rimanda ancora al mittente poco più di 4 mila euro su 14 mila di fondi, segno che qualche progetto o porzione di esso manca ancora all’appello, e le polemiche si sprecano per anni. Alla fine vengono realizzati il ripristino dell’illuminazione artistica del Palazzo dei Gesuiti, le passerelle a mare per disabili, viene inaugurato il Monumento ai caduti del mare. Mentre l’annosa questione della riqualificazione del Gazebo dello Stazzone sembra definitivamente tramontata.
Nel 2021, anno in cui avevano votato 1370 cittadini, sono quattro le proposte civiche ammesse a finanziamento. Più volte segnalate da CittadinanzAttiva e stampa incompiute per almeno due dei quattro progetti finanziati, al Parco della Perriera e al Borgo dello Stazzone.
Nel 2022, la partecipazione si dimezza ancora, toccando quota 627 votanti, finanziati quattro progetti ma non abbiamo rintracciato nessuna notizia dell’effettiva loro realizzazione.
La musica sembra cambiare nel 2023. Nonostante un iter procedurale particolarmente complesso e quattro proposte ammesse a votazione tra cui hanno scelto appena 84 votanti, alla fine sono stati finanziati tre progetti. Tra questi uno, la mostra “Sciacca vista da noi – winter edition”, proposta dall’associazione l’Altra Sciacca, inaugurato in tempi record già il 22 dicembre dello stesso anno, a dieci giorni esatti dall’esito del processo di democrazia partecipata. I pannelli della mostra sono poi stati riutilizzati per un laboratorio nelle scuole nel mese di gennaio, per valorizzare ulteriormente l’esposizione e la storia che racconta. Certamente è più facile finanziare una mostra praticamente già pronta rispetto ad inaugurare un cantiere, ad ogni modo speriamo sia il segnale di un’inversione di rotta rispetto al passato.
Il caso Messina: sul 2021 un paradosso di santi e nomi
Sullo Stretto c’è un caso che assume i contorni del paradosso, nonostante il quadro sull’effettiva realizzazione dei progetti finanziati con i fondi della democrazia partecipata in città sia nel complesso positivo: con i fondi 2016 è stata realizzata una nuova piazza a misura di quartiere a Camaro; nel 2017 oltre 26 mila euro di somma spesa, non sappiamo come, e 82 mila restituiti alla Regione; fondi 2018 restituiti in toto; con i fondi 2019 realizzati la Piazzetta tematica di Bordonaro e il Parco Giochi di Castanea; con i fondi 2020 effettuati interventi di miglioramento della parte alta del viale Giostra; sul 2021 consegnati a inizio 2024 i lavori per il campetto di calcio di Cumia Superiore, primo dei progetti da finanziare; con i fondi 2022 è stata appena terminata la riqualificazione della Villetta “Giuseppe Sanò” a Torre Faro; sul 2023, anno in cui ha vinto la riqualificazione della Piazza Stella Maris di Minissale, c’è ancora da aspettare (speriamo non troppo).
Il paradosso si registra sul progetto che è risultato il secondo più votato a valere sui fondi della democrazia partecipata 2021, ovvero la messa in sicurezza della scalinata e del piazzale della Chiesa di Santa Maria di Mili, sul quale si è aperta una querelle tra proponenti e Comune. Il Coordinamento per la valorizzazione della chiesa normanna da quasi tre anni denuncia che Palazzo Zanca avrebbe avviato l’iter burocratico per assegnare i lavori… sbagliando chiesa! Un clamoroso errore, con riferimenti qua a là nei documenti tecnici a un’altra chiesa della zona, quella di Mili San Marco, che, nonostante interrogazioni, comunicazioni ufficiali e varie rassicurazioni verbali, pare non essere stato sanato negli allegati tecnici e nel Capitolato Speciale d’appalto.
Senza scomodare i santi, come minimo c’è un problema di identificazione. Al punto che il Coordinamento, già a febbraio 2022, denunciava sulla stampa il rischio che i fondi siano dirottati, in tutto o in parte, su interventi diversi da quelli necessari per la scalinata di S. Maria di Mili. E ora? Nessuna nuova e altra interrogazione. Ma c’è da star certi che il Coordinamento, autore della proposta di democrazia partecipata, e i 207 cittadini che l’hanno votata continueranno a vigilare.
Alessia Cotroneo
Le informazioni pubblicate nell’articolo sono basate sui dati di “Spendiamoli Insieme” aggiornati al 22 luglio 2024.
Nell’immagine in evidenza, particolare del progetto della Snoezelen room pubblicato sul sito del Comune di Gela.