Tra le regole della democrazia partecipata siciliana c’è una scadenza che riguarda solo i Comuni che hanno a disposizione 10 mila euro o di più all’anno. La normativa dice che questi Comuni devono pubblicare entro il 30 giugno l’avviso con cui chiamano i propri cittadini a presentare proposte da realizzare con i fondi della democrazia partecipata.
E tuttavia non tutto è così chiaro come appare.
Anzitutto, i Comuni sanno solo “presuntivamente” quali fondi avranno a disposizione. Gli importi “ufficiali” vengono comunicati con due o tre anni di ritardo rispetto ai processi. E anche se i funzionari comunali sanno fare bene i calcoli, in genere, sulle somme resta comunque l’ombra dell’incertezza.
In secondo luogo, dare una scadenza ad alcuni Comuni e non dare scadenze a tutti gli altri (quelli da meno di 10 mila euro all’anno) ingenera confusione. Succede infatti che Comuni confinanti, simili, collegati da attività, pendolarismo, legami familiari, professionali e amicali svolgano l’iter di democrazia partecipata a distanza di mesi se non di un anno o quasi.
Non per caso il “cuore” delle proposte di modifiche alla legge regionale che regola la materia depositate dal team di “Spendiamoli Insieme” (e qui illustrate) sono somme certe (4 milioni e mezzo all’anno suddivisi tra i 391 Comuni in base alla popolazione residente) e tempi certi (la “Settimana della democrazia partecipata” a partire dal primo lunedì di marzo di ogni anno con avvio dei procedimenti in contemporanea nei 391 Comuni).
Comunque sia, come già fatto per gli anni scorsi (qui il report del 2023), ecco il monitoraggio di “Spendiamoli Insieme” sul rispetto (o mancato rispetto) della scadenza del 30 giugno nel 2024.
170 Comuni coinvolti
I Comuni che nell’anno in corso hanno a disposizione dai 10 mila euro in su per i propri processi di democrazia partecipata – e pertanto sono tenuti ad avviare il processo entro il 30 giugno – sono in tutto 170 su 391. Si tratta di 19 Comuni del Libero Consorzio di Agrigento, 9 del Libero Consorzio di Caltanissetta, 31 dell’Area Metropolitana di Catania, 10 del Libero Consorzio di Enna, 39 dell’Area Metropolitana di Messina, 29 dell’Area Metropolitana di Palermo, 11 del Libero Consorzio di Ragusa, 10 del Libero Consorzio di Siracusa, 12 del Libero Consorzio di Trapani.
Tra questi 170 Comuni ci sono tutte le “capitali” tranne Agrigento che ha meno di 10 mila euro l’anno. Agrigento era stata inadempiente, e cioè non aveva realizzato i processi né utilizzato i fondi di democrazia partecipata, dal 2019 in poi. L’anno scorso è diventata uno dei territori pilota di “Spendiamoli Insieme” e quest’anno ha pubblicato l’avviso chiamando a raccolta i propri cittadini affinché presentino le proprie proposte (entro il 30 settembre).
Le capitali
Ma come si sono comportati gli otto ex capoluoghi di provincia che avrebbero dovuto rispettare la scadenza? Lo diciamo con una graduatoria.
Al primo posto c’è Caltanissetta che – come non ci stanchiamo mai di sottolineare – è la capitale che fa meglio, più tempestivamente e con massimo impegno il proprio processo di democrazia partecipata. E infatti non solo ha avviato l’iter per tempo ma, entro il 30 giugno, l’ha addirittura completato.
Queste le tempistiche: primo avviso il 19 febbraio per chiamare al voto i cittadini affinché scegliessero le aree tematiche; secondo avviso il 21 marzo per chiedere ai cittadini di presentare proposte progettuali a valere sulle aree tematiche da loro stessi scelte; terzo avviso il 30 maggio per far votare i cittadini sulle proposte ammesse (su un totale di 15 proposte presentate, ammesse 14 proposte di cui 2 con riserva), esito delle votazioni il 29 giugno con assegnazione dei fondi a 5 proposte (perché a ciascun progetto può andare solo un importo di 6000 euro, pari ad un quinto del totale disponibile di 30 mila euro).
Hanno votato 938 cittadini e le proposte vincitrici sono Le stelle sono donne dell’APS “Sulle ali della Musica”; Suoni in Itinere di Andrea Castiglione, Percorsi di Arte Urbana di Creative Spaces – Eros Di Prima, Noi siamo… Terra! WATANKA! di Roberta Di Carlo, Rievocazione storica della Corte dei Moncada della Pro Loco.
Al secondo posto c’è Catania. E infatti, dopo un decennio di attivazione dei processi di democrazia partecipata senza il documento fondamentale, la capitale etnea ha approvato nel 2024 l’apposito Regolamento. Non solo. Se fino all’anno scorso la scadenza del 30 giugno non era stata percepita come un vero e proprio vincolo, quest’anno il Comune di Catania ha non solo emanato l’avviso il 15 maggio ma ha dato tempo ai cittadini per la presentazione delle proposte proprio fino al 30 giugno. Vale ricordare che la città ha a disposizione 200 mila euro all’anno.
Al terzo posto ci sono ex aequo Ragusa, che ha fondi per 54.468 euro e ha pubblicato l’avviso il 22 aprile dando tempo per la presentazione delle proposte sino al 14 giugno, e Siracusa, che ha fondi per 50.000 euro, impone che ogni progetto possa essere finanziato fino a 16.500 euro, ha pubblicato l’avviso entro aprile e ha fissato la scadenza per la presentazione delle proposte al 15 giugno.
Al quarto posto c’è Palermo che ha pubblicato l’avviso il 12 giugno, quindi entro la scadenza, e dà tempo alla cittadinanza fino al 12 luglio. La capitale dispone di 279.420,46 euro e ha scelto di porre come limite massimo al budget delle proposte da presentare quello di un quarto del totale (69.855,11 euro) così da poter accogliere appunto 4 progetti.
Al quinto posto c’è Messina che ha presentato l’avviso il I luglio. Appena un giorno di ritardo che non vale come ritardo vero e proprio, anche perché il 30 giugno era domenica. I messinesi possono presentare le proprie proposte entro il 31 agosto. La città dello Stretto ha a disposizione 110.705,02 euro.
Al sesto e ultimo posto si piazzano, anche loro ex aequo, due capitali che non hanno ancora pubblicato l’avviso: Enna e Trapani che dispongono ciascuna di circa 15.000 euro.
I territori
Ma guardando ai territori delle ex province, quali sono nel complesso le aree più puntuali e quali quelle più “irrispettose” della scadenza?
La “graduatoria” per ex province vede al primo posto il Ragusano (con 7 Comuni su 11 che hanno rispettato la scadenza, pari al 63,6% del totale), al secondo posto l’Agrigentino (12 su 19, 63,1%), al terzo posto l’area messinese (23 su 39, 58,9%). Seguono l’Ennese (5 su 10, 50%) al quarto posto, il Palermitano (14 su 29, 48,2%) al quinto, il Nisseno (4 su 9, 44,4%) al sesto, il Trapanese (5 su 12, 41,6%) al settimo, il Catanese (11 su 31, 35,4%) all’ottavo mentre è ultimo il Siracusano (3 su 10, 30%).
I Comuni “puntuali”
Per completare, ecco l’elenco dei Comuni che hanno rispettato la scadenza area per area:
- Libero Consorzio di Agrigento: Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana, Grotte, Lampedusa e Linosa, Montallegro, Palma di Montechiaro, Racalmuto, Realmonte, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Sciacca, Siculiana;
- Libero Consorzio di Caltanissetta: Caltanissetta, Delia, Resuttano, Vallelunga Pratameno;
- Area Metropolitana di Catania: Aci Bonaccorsi, Acireale, Catania, Fiumefreddo di Sicilia, Maletto, Mazzarrone, Mirabella Imbaccari, Misterbianco, Piedimonte Etneo, Raddusa, San Cono;
- Libero Consorzio di Enna: Agira, Aidone, Catenanuova, Nissoria, Regalbuto;
- Area Metropolitana di Messina: Alcara li Fusi, Brolo, Capri Leone, Caronia, Castell’Umberto, Castroreale, Cesarò, Francavilla di Sicilia, Furci Siculo, Furnari, Gaggi, Galati Mamertino, Montalbano Elicona, San Filippo del Mela, San Fratello, San Marco d’Alunzio, San Piero Patti, Santa Lucia del Mela, Santa Teresa di Riva, Saponara, Torrenova, Ucria, Venetico;
- Area Metropolitana di Palermo: Alia, Caltavuturo, Camporeale, Castellana Sicula, Collesano, Geraci Siculo, Misilmeri, Palermo, Polizzi Generosa, Pollina, Roccapalumba, Termini Imerese, Ustica, Vicari;
- Libero Consorzio di Ragusa: Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica, Monterosso Almo, Ragusa, Santa Croce Camerina, Vittoria;
- Libero Consorzio di Siracusa: Avola, Priolo Gargallo, Siracusa;
- Libero Consorzio di Trapani: Alcamo, Custonaci, Pantelleria, Poggioreale, Santa Ninfa.
I Comuni “irrispettosi”
Infine, i Comuni che la scadenza non l’hanno rispettata. Con una precisazione, però. Al pari di Messina, ci sono alcune città che hanno pubblicato con un ritardo di un giorno o un paio di giorni. Nell’elenco che segue li segnaliamo di volta in volta a indicare che un ritardo così lieve non è nemmeno da considerarsi ritardo. Ecco comunque quali sono gli “irrispettosi”:
- Libero Consorzio di Agrigento: Aragona, Caltabellotta, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Realmonte (ha pubblicato l’avviso il 3 luglio), Santa Elisabetta;
- Libero Consorzio di Caltanissetta: Butera, Campofranco, Gela, Milena, Sommatino;
- Area Metropolitana di Catania: Aci Castello, Aci Sant’ Antonio, Belpasso, Biancavilla, Castel di Iudica, Castiglione di Sicilia, Gravina di Catania (ha pubblicato l’avviso il 2 luglio), Licodia Eubea, Mascalucia, Militello in Val di Catania, Mineo, Paternò, Ragalna, San Michele di Ganzaria, San Pietro Clarenza, Sant’Agata Li Battiati, Santa Maria di Licodia, Tremestieri Etneo, Viagrande, Zafferana Etnea;
- Libero Consorzio di Enna: Calascibetta, Enna, Gagliano Castelferrato, Pietraperzia, Villarosa (ha pubblicato l’avviso il 2 luglio);
- Area Metropolitana di Messina: Capizzi, Giardini-Naxos, Itala (ha pubblicato l’avviso il I luglio), Leni, Malfa, Messina (ha pubblicato l’avviso il I luglio), Mistretta, Monforte San Giorgio, Nizza di Sicilia, Piraino, Roccalumera, Santa Marina Salina, Sant’Angelo di Brolo, Santo Stefano di Camastra, Sinagra, Spadafora;
- Area Metropolitana di Palermo: Alimena, Altofonte, Bagheria, Castronovo di Sicilia, Ciminna, Mezzojuso, Montemaggiore Belsito, Palazzo Adriano, Petralia Soprana, Petralia Sottana (ha pubblicato l’avviso il I luglio), San Mauro Castelverde, Sciara, Torretta, Valledolmo, Villafrati;
- Libero Consorzio di Ragusa: Giarratana, Modica, Pozzallo, Scicli;
- Libero Consorzio di Siracusa: Carlentini, Ferla, Lentini, Pachino, Palazzolo Acreide, Portopalo di Capo Passero, Solarino;
- Libero Consorzio di Trapani: Buseto Palizzolo, Favignana, Gibellina (ha pubblicato l’avviso il I luglio), Marsala, Salaparuta, San Vito Lo Capo, Trapani.
Iria Cogliani
Le informazioni contenute nell’articolo sono aggiornate al 12 luglio 2024.