In attesa dell’audizione alla Commissione Affari Istituzionali dell’Assemblea Regionale Siciliana, resta ancora aperta “Scriviamola Insieme“, la raccolta firme per rafforzare la legge siciliana sulla democrazia partecipata. La petizione è stata lanciata nel dicembre scorso da Parliament Watch Italia, associazione promotrice di “Spendiamoli Insieme”, progetto che dal 2021, grazie al sostegno di Fondazione con il SUD, raccoglie dati, storie e opera in decine di territori-pilota sulla buona applicazione della norma.
Ma “Scriviamola Insieme” non è solo numeri, è anche storie e curiosità. Informazioni che, tutte assieme, sono capaci di sorprendere e far riflettere.
A partire da un dato generale: al momento della scrittura di questo articolo le firme raccolte attorno alla volontà di migliorare la legge siciliana sulla democrazia partecipata hanno superato quota 3000. E sono un successo. Anzitutto perché sono firme raccolte su un tema apparentemente di nicchia, comunque non semplice da spiegare, lontanissimo dall’emotività e tutto centrato sul civismo. Ma anche perché si tratta di firme molto consapevoli, scaturite dall’impegno che tanti cittadini e tante realtà associative hanno profuso, mettendoci del proprio per illustrare la questione, sottolinearne l’importanza, spiegare il valore della partecipazione.
La classifica delle ex province
E a proposito di partecipazione, come si sono mosse le 9 ex province siciliane rispetto alla raccolta di firme? Nessuna è stata a guardare, ed è il primo elemento. Tra i firmatari sono compresi cittadini di quasi tutti i Comuni. Talvolta le firme si contano sulle dita di una mano, talaltra viaggiano sulle centinaia. Ma praticamente tutti rispondono “presente”.
Guardando più nel dettaglio, l’Area Metropolitana di Catania si è rivelata la più attiva, con 843 firme, pari al 27,9% del totale,. Seguono il Palermitano con 457 firme (15,1%) e il Messinese con 410 (13,6%). E poi rispettivamente dal 4° al 9° posto ci sono le aree di Siracusa con 181 firme (6%), Caltanissetta con 143, (4,7%), Ragusa con 129 (4,2%), Agrigento con 123 (4%), Trapani con 90 (2,9%) ed Enna con 75 (2,4%).
La classifica dei Comuni
E anche se si guarda ai Comuni (potete trovare il vostro nella mappa pubblicata sopra, a cura di OpenPatti) le sorprese non mancano. Vero è che la città di Catania è decisamente la prima, con 427 firme vale da sola il 14% del totale, come lasciava presagire la “classifica” tra le province. Vero è che seguono, anche qui, Palermo e Messina. Ma mentre la capitale della Sicilia con 394 firme contribuisce con il 13% delle firme al totale, la città dello Stretto con 232 firme “pesa” appena il 7,6%. Non solo. Se il caso Palermo trova una possibile spiegazione nella cronaca, visto che la città non ha mai attivato i propri processi di democrazia partecipata fino al 2023, ed è quindi poco “abituata” all’argomento, resta sconfortante il dato di Messina dove, non casualmente, anno dopo anno, a decidere i progetti da finanziare con i fondi di democrazia partecipata è sempre un numero irrisorio di cittadini, a riprova della poca attenzione e della carente informazione sul tema.
E le altre capitali? Alla 5^ posizione c’è Siracusa (110, 3,6%), ma le altre viaggiano tutte sulle poche decine: Caltanissetta (61 firme), Ragusa (44), Agrigento (39), Trapani (35), Enna (21).
A guadagnare una 4^ posizione di tutto rispetto, infatti, non è una delle capitali, è la cittadina di Mascali nel Catanese (117, 3,8%) che rappresenta un vero e proprio caso. A Mascali la democrazia partecipata è ferma da anni, l’argomento sembrerebbe interessare poco o niente. Ma – questo il punto – nella cittadina persone del territorio si sono spese con grande impegno, in particolare ma non solo volontari della Rete Civica della Salute, una delle realtà che maggiormente ha colto l’importanza di “Scriviamola Insieme”. L’exploit di Mascali, insomma, spiega bene quanto conti la presenza di qualcuno che, per puro senso civico, si assume la responsabilità di promuovere interesse e sensibilizzare comunità.
E, per concludere, al 6° e al 7° posto non ci sono nemmeno città siciliane, perché ci sono invece Milano e Roma.
Non vive in Sicilia un sesto dei firmatari
Magari sono nati in Sicilia anche se non ci vivono più. Oppure sull’Isola ci sono nati i loro genitori, i nonni, gli zii. Oppure ancora con la regione hanno un legame personalissimo e imperscrutabile che sfugge alle statistiche. Fatto è che sono tanti i firmatari di “Scriviamola Insieme” che non risiedono in Sicilia. Più di 500 (al momento della stesura di questo articolo esattamente 510 su poco più di 3000), pari ad un sesto del totale.
Tra loro ci sono i 105 di Milano, i 92 di Roma, i 26 di Torino, i 19 di Napoli. Ma anche il londinese di Wandsworth, i 3 newyorkesi, cittadini di Mansfield (Ohio) e di Boston (Massachusetts), di Johannesburg (Sud Africa), di Nuremberg, Munich, Leipzig (Germania), di Medellin e Madrid (Spagna), di Ivry-sur-seine e Parigi (Francia).
Potenza, certo, della comunicazione senza frontiere del digitale, ma anche – non si può negare – dell’amore per la Sicilia e della voglia di essere coinvolti nella costruzione del suo futuro.
I volti del protagonismo civico
Voglia di protagonismo civico e profonda consapevolezza dell’importanza sociale e culturale della democrazia partecipata hanno d’altronde motivato ad impegni straordinari alcune realtà associative, che i promotori di “Scriviamoli Insieme” vogliono ancora una volta ringraziare di cuore.
«Ricordiamo che la Democrazia Partecipata permette oggi ai cittadini di poter presentare idee e progetti e scegliere tramite votazione come destinare una piccola parte dei fondi che annualmente la Regione gira ai Comuni», scrive la Rete dei Comitati Popolari 2030, associazione di cittadinanza attiva, tutela del territorio e del patrimonio storico culturale di Mascalucia. «Anche in quanto vincitrice di diversi progetti – dice il presidente Giulio Pappa – la nostra Associazione si sente in dovere di sostenere “Scriviamola Insieme” che vi chiediamo di condividere e seguire».
«Supportiamo la raccolta firme sull’uso dei fondi per la democrazia partecipata in Sicilia per chiedere alla Regione di co-progettare una nuova legge che permetta ai Comuni di utilizzare in modo semplice, efficace e realmente partecipativo le somme disponibili ogni anno per realizzare progetti presentati e scelti dalla cittadinanza», sottolinea la Rete Civica della Salute (RCS), un network di volontari presente in tutta la Sicilia dedicato alla promozione e allo sviluppo dei beni comuni: salute, ambiente, cultura. Un impegno che sta contando moltissimo nell’intera Isola. Il prof. Pieremilio Vasta, ideatore e coordinatore della RCS, si è assunto personalmente la responsabilità di promuovere la partecipazione a “Scriviamola Insieme”, coinvolgendo uno per uno i coordinatori provinciali e quelli comunali e sollecitando – anche per loro tramite – i circa mille Riferimenti Civici della Salute che operano nei diversi territori.
«Chiediamo alla Regione di co-progettare una nuova legge sulla democrazia partecipata. Contribuisci con la tua firma a “Scriviamola Insieme”» aggiunge il CESV – Centro Servizi per il Volontariato di Messina, una delle realtà che fin dall’inizio supportano l’iniziativa e che di volta pubblica e diffonde gli approfondimenti relativi all’area del Messinese.
Sono tanti, insomma, i volti del protagonismo civico che supportano sia “Scriviamola Insieme” sia “Spendiamoli Insieme”. Impossibile citarli tutti e impossibile, anche, non citare alcuni degli altri partner principali delle attività – compresi i policy lab – che si stanno mobilitando. Tra loro ActionAid Italia, The Good Lobby, Fondazione Messina, L’Isola che c’è, BiPart, Ondata APS, Comunità Open Data Sicilia, Acquanuvena, Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, Patto per la Partecipazione Popolare Area Vasta, Comunità PIÙ, Associazione Ionio – Circolo Arci APS, Orizzonte Comune Villafranca Tirrena.