“Scriviamola Insieme” è la raccolta firme (disponibile al link https://chng.it/SKS66dsqZ8) per difendere e rafforzare la legge regionale sulla democrazia partecipata in Sicilia, appena modificata, in peggio, dal governo regionale. A lanciarla è Parliament Watch Italia, l’associazione che cura “Spendiamoli Insieme”, progetto che dal 2021 – grazie al sostegno di Fondazione con il SUD – promuove la buona applicazione della norma: «Con questa raccolta firme chiediamo alla Regione di co-progettare una nuova legge che permetta ai Comuni di utilizzare in modo semplice, efficace e realmente partecipativo gli oltre 4 milioni di euro disponibili ogni anno per realizzare progetti presentati e scelti dalla cittadinanza».
Secondo l’attuale legge, tutti i Comuni siciliani devono spendere almeno il 2% dei fondi che ricevono dalla Regione con forme di democrazia partecipata, quindi coinvolgendo le associazioni, i cittadini e le cittadine. Finora i Comuni inadempienti erano sanzionati con la restituzione della somma non utilizzata. L’articolo 19 della nuova finanziaria regionale abolisce la sanzioni.
«Questa modifica non è certamente un intervento di tutela o miglioramento della legge» prosegue Parliament Watch Italia. «Affermare il principio che un’amministrazione inadempiente possa continuare ad essere inadempiente senza che ciò venga in alcun modo rilevato è un colpo durissimo per la tenuta complessiva della norma. D’altronde però il meccanismo delle sanzioni non si è rivelato sufficiente. Anzi, ha generato centinaia di processi attivati soltanto per non restituire le somme. Non siamo preoccupati dall’eliminazione della sanzione in sé, ma piuttosto dalla mancanza di un necessario intervento strutturale sulla legge, che favorirebbe anche i Comuni in difficoltà con l’applicazione».
Nel 2022, 270 su 391 Comuni siciliani hanno effettivamente avviato processi di partecipazione civica. In media ognuno di questi ha realizzato 2-3 progetti. Si tratta di un caso unico su scala nazionale per numero di persone e di istituzioni coinvolte, che ha il potenziale di ricostruire collaborazione e fiducia tra cittadine, cittadini e istituzioni. Sebbene i numeri siano in crescita, i risultati complessivi non sono ancora soddisfacenti e così la democrazia partecipata rischia di essere una occasione sprecata.
Più di 100 Comuni sono ogni anno inadempienti e oltre 1 milione di euro resta inutilizzato. Soprattutto, in tanti casi si assiste a processi partecipativi molto deboli, se non “fasulli”: nel 2022, ad esempio, in più di 30 Comuni i cittadini non hanno potuto presentare idee, ma soltanto scegliere tra proposte dell’amministrazione locale; in 70 Comuni le persone non hanno potuto votare ma è stata l’amministrazione a decidere; infine in una ventina di casi i processi sono stati attivati e conclusi, la somma a disposizione spesa, a fronte di una partecipazione di zero, una o due persone.
«È su questo patrimonio di dati, informazioni ed esperienze – conclude Parliament Watch Italia – che deve essere costruita la nuova legge sulla democrazia partecipata in Sicilia. Per questo ci impegniamo a consegnare entro il 31 gennaio 2024 al Presidente della Regione, all’Assessore alle Autonomie Locali e all’Assemblea Regionale Siciliana un report con i risultati dell’applicazione della legge fino ad oggi, oltre alle firme raccolte con “Scriviamola Insieme” e a una proposta di co-progettazione della nuova legge in cui vorremmo coinvolgere le decine di Comuni e le centinaia di associazioni locali, cittadine, cittadini ed esperti con cui abbiamo dialogato in questi anni con l’obiettivo di promuovere un buon uso dei fondi per la democrazia partecipata in Sicilia».
“Scriviamola Insieme” ha già il sostegno di ActionAid Italia, The Good Lobby, Fondazione Messina, L’Isola che c’è, BiPart, Ondata APS, CESV Messina ETS, Comunità Open Data Sicilia, Rete Civica della Salute, Acquanuvena, Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, Patto per la Partecipazione Popolare Area Vasta, Comunità PIÙ, Associazione Ionio – Circolo Arci APS, Rete 2030, Amici del Bosco Ceraulo.