Il progetto di riqualificazione della piazza Stella Maris di Minissale è il più votato del processo di democrazia partecipata 2023 a Messina, con 486 degli 875 voti totali. Si aggiudica quindi il finanziamento pari a poco più di 110.000,00 €. Del progetto vincitore non si sa molto. Nel modulo di voto era presente soltanto il titolo. I verbali del processo aggiungono pochissimo: si tratta di rendere la piazza funzionale a diventare un luogo di aggregazione e non più di passaggio e sosta auto. Si sa anche che su questo progetto, entro i termini, è stata presentata una integrazione documentale. Cosa sia stato integrato, a fronte di una descrizione così ridotta, non è chiaro. Dai documenti non è inoltre possibile sapere chi ha presentato la proposta vincitrice che però, numero di voti alla mano, era evidentemente sufficientemente conosciuta nel territorio.
I due progetti “perdenti” sono invece Sportattiviamoci a scuola, che ottiene 366 voti e prevede la riqualificazione di una parte del cortile scolastico (esposizione a sud-est) della scuola primaria di Sant’Agata (19° Istituto Comprensivo Evemero da Messina) e il progetto della riqualificazione della piazza di Serri con rimozione di un articolato fermo da anni, che prende appena 23 voti. Eventuali economie residue dalla realizzazione del progetto vincitore saranno utilizzate per il progetto secondo classificato.
La delibera di giunta con cui si dà comunicazione dell’esito del processo di democrazia partecipata 2023 è stata pubblicata nell’albo pretorio online del Comune di Messina in data 27 novembre. Nella delibera si legge – tra l’altro – che “tutte le proposte, secondo quanto previsto dall’art. 7 del nuovo Regolamento sulla Democrazia Partecipata, sono state analizzate e valutate nella seduta del 29 settembre 2023, giusto verbale del 29 settembre e verbale integrativo del 9 novembre 2023 (allegati al presente provvedimento)”. I due verbali vengono pubblicati il 30 novembre. Nel primo, quello del 29 settembre, non si faceva alcun cenno di alcune proposte regolarmente presentate e si prendevano in esame in tutto 13 proposte. Le 8 proposte “mancanti” compaiono in effetti nel verbale integrativo.
I progetti
Si legga il primo verbale del 29 settembre, relativo a 13 proposte in tutto. Tre proposte sono indicate come inammissibili per insufficienza di fondi: “Galleria dei miti di Capo Peloro”; recupero dei vecchi locali della scuola elementare Pietro Donato; ristrutturazione di un fabbricato sito in via Comunale Catarratti, al fine di utilizzarlo per attività extrascolastiche. Un’altra proposta, inserita tra quelle che “non rientrano tra gli interventi previsti per la realizzazione di opere con i fondi della democrazia partecipata”, è indicata come “non ammissibile con la disponibilità finanziaria”: si tratta della creazione di una passerella panoramica sopra elevata che unisca il lungomare di Santa Margherita alla spiaggia. Di un’altra proposta ancora, non ammessa perché le aree in cui si dovrebbe realizzare non sono di proprietà comunale, si sottolinea che le somme disponibili sono “probabilmente insufficienti”: si tratta della proposta di realizzazione di una piazza antistante il “Lanternino” di Torre Faro. Assieme a quest’ultima, ricade in aree non comunale anche la proposta di utilizzo di aree dismesse ex ferrovie della III circoscrizione e la realizzazione di un parco giochi. Infine sono dichiarate inammissibili perché “non rientrano tra gli interventi previsti per la realizzazione di opere con i fondi della democrazia partecipata”, oltre a quella sulla passerella del lungomare di Santa Margherita, anche la proposta denominata “A scuola in sicurezza”, quella di ripiantare su tutto il Viale Italia, al posto dei pini tagliati nuovi alberi, per la quale si aggiunge che sarebbe in contrasto con il progetto di riqualificazione del verde, in corso con la Messinaservizi bene comune, e la proposta di incrementare il numero di eventi offerti nel litorale della zona sud di Messina, che viene definita “proposta non strutturale. Di questo “scaglione” di 13 proposte si salvano dunque solo le tre poi sottoposte a votazione: piazza Stella Maris, Sportattiviamoci, piazza di Serri.
C’è poi il secondo verbale, nel quale “ad integrazione del verbale del tavolo tecnico tenutosi lo scorso 29 settembre relativamente alle proposte effettuate dai cittadini per la realizzazione di opere con i fondi della Democrazia partecipata, si elencano di seguito altre 8 proposte, risultate inammissibili ad essere realizzate con i suddetti fondi già alla data del 29.09.2023 e che, per mero errore materiale, non sono state inserite nello stesso verbale”. Vediamo queste otto proposte inammissibili. Una proposta è scartata perché troppo generica: Centro socio-ricreativo per anziani nella VI Circoscrizione. Due proposte sono non ammesse per insufficienza di fondi (entrambe sempre nella VI Circoscrizione): realizzazione di un impianto di energia solare a servizio dell’illuminazione e dell’acqua sanitaria per gli spogliatoi del campo di Massa, riqualificazione urbana di spazi pubblici con arredo a Castanea, Massa San Giovanni, Salice e San Saba). Un’altra proposta è non ammessa perché “si tratta di una proposta di manutenzione strade attuabile attraverso il servizio preposto”: il rifacimento a nuovo del manto stradale di via Ungaretti. Le ultime quattro vengono non ammesse senza ulteriori dettagli sulle motivazioni: il Regolamento, purtroppo, non obbliga l’amministrazione a dare una motivazione per l’esclusione delle proposte dal voto. Scartate dunque“Verso L’Ecomuseo dell’Antica Vallelonga”, che mira al recupero di tutte le testimonianze orali e materiali, della millenaria cultura che ruota attorno al Convento Basiliano di San Filippo il Grande, “EsserCi Festival. Il volontariato che c’è”, Casa dei popoli a Messina (dedicata all’incontro di popoli, culture, religioni), realizzazione area attrezzata pic-nic con giochi per bambini barbecue collettivo.
I numeri
Nemmeno 900 abitanti di Messina hanno espresso le proprie preferenze. Come già detto con riferimento a numerosi altri Comuni, il grado di partecipazione si rileva anche da questi “numeri” che, per una città di circa 220.000 abitanti e con una somma così importante a disposizione, sono tutt’altro che incoraggianti.
Ma un altro numero è scoraggiante: le tante proposte non ammesse per “insufficienza delle somme necessarie”, il che apre la porta ad un altro dubbio: se sono state presentate così tante proposte fuori dal budget, allora, la comunicazione come minimo è stata inefficace. Pochi fraintendimenti si possono avere sui soldi a disposizione quando c’è un avviso del Comune che li scrive nero su bianco. Peccato però che l’avviso di Messina non indicasse la somma a disposizione per l’anno 2023 ma una generica “quota del 2% delle somme trasferite dalla Regione Siciliana per l’anno 2023 a questo Ente”.
I dubbi
Insomma, pur leggendo tutte le carte, sembra che a Messina si possa fare ancora tanto per migliorare in termini di trasparenza oltre che di promozione della partecipazione. Facciamo un ultimo esempio, oltre a quelli già presentati: il Comune non ha mai pubblicato da nessuna parte una presentazione delle proposte ammesse al voto. Questo rende impossibile scegliere chi votare se non si è coinvolti da un passaparola territoriale, che va certamente bene ma non può essere l’unico modo di diffondere informazione sulle proposte presentate dalla cittadinanza e che la cittadinanza deve votare.
Senza una adeguata informazione non ci sarà mai una vera, consapevole partecipazione della cittadinanza.
“Spendiamoli Insieme” ha provato a dare il suo contributo, organizzando in autonomia durante i termini di apertura del processo 7 incontri pubblici di informazione su tutto il territorio cittadino, ma deve essere il Comune a rispettare uno dei principi cardine della legge regionale e cioè che “tutte le fasi del procedimento devono essere adeguatamente pubblicizzate sul sito istituzionale dell’ente”.
Iria Cogliani