A pochi giorni dalla scadenza del 30 giugno, data entro la quale i Comuni con più di 10 mila euro disponibili dovrebbero pubblicare l’avviso di avvio del processo di democrazia partecipata, cosa sta succedendo nelle “capitali” siciliane?
Ad Agrigento fondi al di sotto dei 10 mila euro
Il primo fatto è che uno dei capoluoghi, Agrigento, non arriva a 10 mila euro, quindi non è tenuto a rispettare la scadenza. E comunque la città dei templi, ferma dal 2019 in poi, oggi è uno dei centri in cui “Spendiamoli Insieme” sta sperimentando un percorso per rendere i processi di democrazia partecipata coinvolgenti ed inclusivi, con un focus particolare sulle persone con background migratorio, grazie ad un progetto finanziato nell’ambito del bando “Realizziamo il cambiamento con il Sud”, con il sostegno della Fondazione Realizza il Cambiamento, Fondazione Con il Sud e ActionAid International Italia ETS.
A Palermo si chiude oggi la prima call nella storia della città
Salutata come una svolta vera e propria, l’adozione del regolamento sulla democrazia partecipata a Palermo nel 2022 ha consentito quest’anno alla capitale siciliana, per la prima volta da sempre, di attivare il processo che prevede la spesa di una quota parte del bilancio comunale su proposte e preferenze della cittadinanza. L’avviso, pubblicato il 3 aprile con scadenza al 18 maggio, ha suscitato interesse e domande di chiarimento. Da ciò un secondo avviso, di risposta ai dubbi, semplificazione dello schema di proposta e, allo stesso tempo, proroga della scadenza che viene spostata a oggi, 19 giugno. Da domani, dunque, si cominceranno a tirare le somme di un processo che la città non aveva mai attivato, per questo perdendo ogni anno attorno ai 300 mila euro, il fondo di democrazia partecipata più importante di tutta la Sicilia.
È una prima volta per il Comune, compresi gli uffici dal Segretario in giù. Ma è una prima volta anche per i palermitani, a partire dalle associazioni operanti sul territorio. E come per tutte le prime volte qualche difficoltà si registra. Ma si può comunque ipotizzare che vinceranno 4 progetti, perché il regolamento espressamente prevede che la Giunta stabilisca un importo massimo per ciascun progetto e per quest’anno l’importo stabilito è pari al 25% del totale delle risorse disponibile (Euro 75.555,66).
Per arrivare all’esito finale, in ogni caso, ancora tanta strada c’è da fare. Bisognerà infatti che il Segretario generale (sempre come previsto in regolamento) faccia la verifica di “ammissibilità e fattibilità” delle proposte presentate. Poi, per le proposte ammesse, ci sarà da realizzare la votazione – “espressione di preferenza” da parte della cittadinanza. Infine, voti alla mano, saranno “decretati” i progetti vincitori.
Calendario alla mano, però, un elemento positivo è già da mettere in conto. Palermo ha rispettato la prima scadenza prevista dalla normativa regionale, quella del 30 giugno.
Catania, Messina e Trapani in ritardo, come gli anni scorsi
A Catania (circa 200 mila euro disponibili), a Messina (più o meno 110 mila euro) e a Trapani (circa 25 mila euro) gli avvisi per il processo 2023 non sono ancora stati pubblicati. Secondo la normativa regionale dovrebbero arrivare nei prossimi giorni, da qui al 30 giugno, appunto. Negli anni scorsi le tre “capitali” hanno ottemperato in ritardo, resta dunque da vedere cosa succederà quest’anno.
Siracusa in regola per il 2023, in ritardo per il 2022
A Siracusa l’avviso di quest’anno è stato pubblicato largamente entro la scadenza, esattamente il 28 aprile e dà tempo fino al 31 luglio per la presentazione dei progetti a valere su fondi pari a 47.942,64 €. Non altrettanto celere la città di Ortigia era stata l’anno scorso, tanto che il processo 2022 non si è ancora concluso. Manca di fatto la fase delle votazioni da parte dei cittadini sui progetti presentati entro il 12 dicembre. E però Siracusa ce la sta mettendo tutta, visto che a partire dal processo 2021 sta cercando di azzerare i ritardi che avevano molto spesso in passato caratterizzato la gestione della democrazia partecipata. Uno sforzo che vede, assieme alla buona volontà dell’amministrazione, anche la collaborazione di “Spendiamoli Insieme”.
Nulla di fatto per il 2023 a Ragusa e a Enna
Ragusa con i suoi 50 mila euro e rotti disponibili ogni anno è stata sempre la “capitale” virtuosa della democrazia partecipata siciliana avendo rispettato anno dopo anno scadenze, obblighi, vincoli. E però quest’anno tutto tace, stranamente. Nel 2022 l’avviso è comparso abbondantemente entro i termini, la presentazione delle proposte dei cittadini ha avuto scadenza il 20 giugno e la fine del processo, con i progetti vincitori, si è avuta a novembre. Per il 2023 invece i ricercatori non hanno trovato ancora niente.
Idem per Enna (circa 30 mila euro) che gli anni scorsi invece è stata rispettosa della normativa, anche, ma non solo, con riferimento alla scadenza del 30 giugno.
A Caltanissetta avviso in corso
A Caltanissetta (fondi per 30 mila euro) l’avviso è stato pubblicato il 9 giugno e la scadenza è fissata a 30 giorni, l’8 luglio. Per il processo dell’anno scorso la votazione aveva avuto luogo nel gennaio di quest’anno. Di fatto quello nisseno è un iter particolarmente complesso che ha il pregio di chiamare a partecipazione i cittadini più volte. C’è una prima call (quella appunto che è in corso in questo momento per il 2023) in cui si chiede alla popolazione di votare per scegliere le tre aree tematiche da privilegiare, poi c’è la call per la presentazione dei progetti, infine, dopo la valutazione di ammissibilità e fattibilità, c’è la fase finale della votazione del progetto da finanziare. In pratica rispetto ai processi standard c’è un momento in più di espressione della volontà dei cittadini, quello della selezione delle aree tematiche.
Iria Cogliani
Le informazioni contenute nell’articolo sono aggiornate al 19 giugno 2023.