Sono circa 170 i Comuni per i quali, ai sensi della normativa siciliana, è un obbligo attivare i processi di democrazia partecipata entro il 30 giugno. Si tratta di quelle città che – almeno secondo l’ultima assegnazione ufficiale della Regione, risalente al 2020 – hanno a disposizione ogni anno dai 10 mila euro in su.
Con il beneficio di inventario imposto dalle tempistiche ufficiali regionali, che daranno conto di quanto successo quest’anno solo tra un paio di anni, ecco la lista che è stato possibile ricostruire sulla base del monitoraggio civico di “Spendiamoli Insieme”. E il dato generale che se ne ricava è che a non avere ancora avviato l’iter è circa l’80% dei Comuni. I quali sono ancora in tempo per rispettare la scadenza, è bene ricordarlo, a patto che si sbrighino. Da oggi al 30 giugno resta poco più di una settimana.
Dai 30 mila euro in su
Partiamo dai Comuni più “importanti” sotto il profilo delle risorse disponibili. Al “netto” delle 9 “capitali”, su cui si dice meglio qui, val la pena di segnalare che ancora non sono stati pubblicati gli avvisi a Lipari nel Messinese, che ha fondi annuali di democrazia partecipata per oltre 60 mila euro, Favignana e Pantelleria nel Trapanese, ciascuna con più di 40 mila euro, Gela nel Nisseno, sempre oltre i 40 mila, Vittoria e Modica nel Ragusano, rispettivamente oltre i 40 mila e attorno ai 35 mila euro.
Tra i 20 e i 30 mila euro
Nella fascia tra i 20 e i 30 mila euro, 8 Comuni non hanno ancora avviato i processi di quest’anno. Si tratta di Alessandria della Rocca, Caltabellotta e Lampedusa e Linosa nell’Agrigentino, Caltagirone e Paternò, che ha approvato quest’anno il regolamento e si appresta per la prima volta ad attivare i propri processi di democrazia partecipata, nel Catanese, Piraino nel Messinese, Camporeale nel Palermitano e Marsala nel Trapanese.
Tra i 10 e i 20 mila euro
Nel lungo elenco dei Comuni che hanno a disposizione dai 10 mila ai 20 mila euro in tanti non hanno ancora fatto partire l’iter.
Nell’Agrigentino si tratta di 10 Comuni: Aragona, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Grotte, Realmonte, dove quest’anno è stato modificato il regolamento, San Giovanni Gemini e Santa Elisabetta.
Nell’ex provincia di Caltanissetta sono 5: Butera, Campofranco, Milena, Niscemi, San Cataldo, dove quest’anno è stato approvato il regolamento, e Sommatino.
Sono invece 25 nel Catanese: Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Belpasso, Biancavilla, Castel di Iudica, che non ha mai attivato i processi di democrazia partecipata, Castiglione di Sicilia, Giarre, Gravina di Catania, Licodia Eubea, Maletto, Maniace, Mascalucia, Mineo, Palagonia, Piedimonte Etneo, Raddusa, Ragalna, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Tremestieri Etneo, Viagrande, Zafferana Etnea.
Nell’Ennese si tratta di 9 Comuni: Agira, Aidone, Calascibetta, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nissoria (che finora semplicemente non ha mai attivato la democrazia partecipata), Piazza Armerina, Pietraperzia, Villarosa.
15 Comuni nel Messinese: Alcara Li Fusi, Capizzi, Caronia, Castell’Umberto, Galati Mamertino, Giardini Naxos, Leni, che quest’anno ha approvato il regolamento, Mistretta, Nizza di Sicilia, Roccalumera, Sant’Agata di Militello, Santa Marina Salina, Sinagra, Spadafora, Taormina.
Nel Palermitano 19 Comuni: Alimena, Bagheria, Bolognetta, Castellana Sicula, Castronovo di Sicilia, Ciminna, Lercara Friddi, Misilmeri, Monreale, Montemaggiore Belsito, Palazzo Adriano, Partinico, Petralia Soprana, Pollina, Torretta, Ustica, Valledolmo, Vicari, Villafrati.
Sono 11 nel Siracusano: Carlentini, Ferla, Floridia, Francofonte, peraltro inadempiente da anni, Lentini, Melilli, Noto, Pachino, Palazzolo Acreide, Portopalo di Capo Passero, Rosolini.
E ancora 5 nel Ragusano: Chiaramonte Gulfi, Ispica, Giarratana, Pozzallo (dove da sempre non c’è traccia di democrazia partecipata, a parte il regolamento), Scicli;
Infine 7 nel Trapanese: Alcamo, dove quest’anno è stato modificato il regolamento, Buseto Palizzolo, Custonaci, Gibellina, Salaparuta, Santa Ninfa, San Vito Lo Capo.
Iria Cogliani
Le informazioni contenute nell’articolo sono aggiornate al 19 giugno 2023.