La street art è un tema ricorrente, da anni nelle grazie dei cittadini partecipanti, delle associazioni e soprattutto delle amministrazioni locali. C’è un però: spesso, anche se non sempre, l’indirizzo viene espresso dall’alto, come scelta strategica di sindaci e giunte comunali con l’obiettivo di utilizzare fondi pubblici per cambiare volto o creare itinerari turistici cool in borghi in cerca di un’identità più instagrammabile. Scelta politica, nel senso più alto del termine, ma che non sempre trova proseliti o adeguato riscontro tra i cittadini in termini di partecipazione. Come in questi casi, che illustrano il risultato di processi finanziati con i fondi della democrazia partecipata 2022.
I casi in cui vince l’arte, non la partecipazione
A San Filippo del Mela ormai da un biennio democrazia partecipata fa rima con street art, per quella che un giornale online locale ha definito “una storia d’amore” tra il Comune e i murales. Un percorso iniziato già nel 2021, che ha come scopo dichiarato quello di creare un circuito turistico, e che lo scorso anno ha finanziato con poco più di 11 mila euro i due nuovi murales “Città Futura”, opera degli artisti Andrea Sposari e Salvo Ligama, collocati rispettivamente sulla facciata della scuola media del centro cittadino e su una parete all’interno del parco urbano Immacolata di Olivarella. Tutto molto bello, è proprio il caso di dirlo, almeno sotto il profilo artistico. Quanto alla partecipazione, qualcosa evidentemente non funziona, se il Comune è stato costretto a riaprire l’avviso pubblico dopo una prima tornata andata deserta. E al secondo “giro”, l’unico progetto presentato è stato quello della Pro Loco vincitrice, che ha affrontato in solitaria la corsa per il voto popolare, conclusosi con 7 schede di votazione. Non proprio un plebiscito. Identico iter nel 2021 quando l’unica proposta presentata, quella che avrebbe portato alla realizzazione del murales “Gelsominaia” e del campo da basket artistico “Toghether”, ha ottenuto 18 voti.
Street art 1 – partecipazione 0 anche a Joppolo Giancaxio. Nel Comune agrigentino la giunta ha stabilito che il tema su cui presentare proposte civiche fosse la storia e l’identità culturale del territorio espressa tramite murales, in continuità con le azioni avviate l’anno precedente. Eppure all’appello ha risposto soltanto un cittadino, Francesco Giglione, autore dell’unica proposta ricevuta, accolta e finanziata con poco più di 4 mila euro. Esattamente come nel 2021.
Anche a Cianciana repetita iuvant. Sono arrivate a febbraio le nuove tabelle in ceramica dipinte a mano per la toponomastica cittadina, acquistate con i fondi della democrazia partecipata 2022. Il progetto “vale” circa 16 mila euro, è stato uno dei due presentati, l’unico, però, ad avere tutte le carte in regola per essere attuato (e dunque approvato senza passare dal voto). Il proposito degli ideatori è di aggiornare tutte le vie urbane con il nuovo arredo urbano, non a caso l’azione replica in un’altra zona cittadina un intervento già finanziato sempre con i fondi della democrazia partecipata l’anno precedente. Vedremo se verrà mantenuto anche quest’anno e attingendo sempre allo stesso portafogli.
Pittura murale al centro di un percorso didattico ad Erice, concluso con l’inaugurazione, in occasione del trentunesimo anniversario della Strage di Capaci, di un murales antimafia realizzato dall’artista Nanno Gandolfo nel quartiere Villa Mokarta. Il progetto è stato promosso dall’associazione Compagnia dei mirtilli e portato avanti in collaborazione con l’Istituto Scolastico “G. Pagoto”, l’associazione Libera e VMK Lab. Per la città del Trapanese l’iniziativa, finanziata con poco meno di 3 mila euro dei fondi della democrazia partecipata, è una delle due approvate nel 2022. Anche qui, però, l’esito è risultato di ben poca partecipazione: i cittadini non hanno potuto presentare proposte ma solo scegliere l’area tematica. All’amministrazione il compito di decidere quali progetti realizzare. E dire che l’anno scorso si era aperto con grandi speranze, con l’approvazione del Regolamento di democrazia partecipata che contiene, evidentemente, qualche falla.
A Giuliana, invece, si punta sulla ceramica. Inaugurato a inizio mese il laboratorio di ceramica realizzato dall’artista locale Enza Maria Scaturro, che prevede l’istituzione di una scuola di ceramica artistica e sculture in argilla aperta a tutti i cittadini. Il progetto è stato l’unico presentato e finanziato con i fondi della democrazia partecipata 2022.
I casi in cui i cittadini (pochi) scelgono l’arte
A Delia 108 cittadini hanno premiato, tra nove progetti civici presentati, proprio l’arte. E a metà febbraio il sindaco ha annunciato sui social la posa delle due opere finanziate con i fondi della democrazia partecipata 2022.
A Sambuca di Sicilia la democrazia partecipata batte il tempo dell’orologio della Torre civica cinquecentesca, ripristinato grazie a uno dei quattro progetti finanziati nel 2022, mentre a Collesano percorre i gradini di ceramica della scalinata che da Via Polizzi porta fino a Via Gramsci. In questo caso il giudizio popolare ha attribuito al progetto tutti i voti meno uno dei 77 cittadini partecipanti. Da segnalare, però, che la proposta non arriva dal basso bensì dalla giunta comunale, dopo l’esclusione dell’unica idea presentata.
A Castel di Lucio democrazia partecipata è installazioni artistiche all’uncinetto per decorare la facciata principale della Casa dei Giurati, Piazza Umberto I e via Garibaldi. Gli ovali di filo, realizzati con un contributo di 1500 euro, frutto della ripartizione delle risorse a disposizione tra i quattro progetti iscritti nel bilancio partecipativo 2022, sono stati collocati in occasione della Festa di primavera.
Se è “bello” ma non viene “dal basso”, è poco significativo
Colpisce la serialità di alcune scelte, che si ripetono identiche o quasi di anno in anno, e la generalizzata scarsa partecipazione da parte della popolazione. Ma questa non è una novità, anzi è lo stato dell’arte della democrazia partecipata in Sicilia a quasi dieci anni dalla promulgazione della legge.
Il punto è che il come in questo caso è nettamente più significativo del cosa. Detto in altri termini, di cose buone, utili, belle per il territorio se ne possono finanziare tante, in mille modi diversi, mentre i fondi della democrazia partecipata dovrebbero servire per realizzare progetti che nascono “dal basso”, ovvero proposti, valutati e scelti dai cittadini.
Alessia Cotroneo
Analisi aggiornata ai dati disponibili al 25 maggio 2023