19 nell’Agrigentino, 6 nel Nisseno, 30 nel Catanese, 5 nell’Ennese, 42 nel Messinese, 34 nel Palermitano, 7 nel Ragusano, 7 nel Siracusano e 9 nel Trapanese. Sono i 159 Comuni per i quali il 20 aprile 2023 la Regione ha decretato le sanzioni per mancata o parziale spesa dei fondi di democrazia partecipata dell’annualità 2020 (come previsto dalla legge regionale 9/2015, art.6 comma 2). Nella tabella l’elenco completo con i relativi importi, per cercare il proprio Comune si può digitare il nome nello spazio per la ricerca.
Tutti assieme i 159 Comuni - che comprendono anche tre “capitali”, Agrigento, Messina e Palermo - dovrebbero “restituire” alla Regione 1.398.911,29 euro. Attenzione però. Facile che arrivi un aggiornamento con un tot di correzioni.
È quanto è successo negli anni scorsi. E infatti, la sanzione relativa al 2019 arrivata nell’aprile del 2022 fu poi corretta alla fine dell’ottobre dello stesso anno. E tra il primo decreto e il secondo la differenza fu di 8 Comuni in meno tra quelli “multati” e una “multa” complessiva ridotta di quasi 60 mila euro (da € 1.381.438,94 a € 1.322.396,02). Per l’annualità ancora precedente, il 2018, il decreto regionale di “correzione” (che fu pubblicato nel marzo del 2021) annullò la sanzione per 22 Comuni e ridusse il totale della “multa” di 300 mila euro.
La precisazione è necessaria. Secondo il team di “Spendiamoli Insieme”, il progetto di monitoraggio civico sulla democrazia partecipata della no profit Parliament Watch Italia (PWI), guardando l’elenco dei Comuni sanzionati oggi dalla Regione ci sono casi che non convincono a fondo. Giusto un esempio: nel 2020 Messina, che oggi è “multata” per la mancata spesa di 110.572,00 euro, ha scelto di finanziare il progetto “interventi di miglioramento della parte alta del viale Giostra”. I lavori sono stati affidati con determina del 2 marzo 2023
Tra i 159 Comuni sanzionati, Messina è uno di quelli che perderebbero di più. L’altro è Palermo, che perde 302.696,00 euro; e questo dato sarà confermato anche in eventuali aggiornamenti perché Palermo solo nel 2022 ha approvato il regolamento sulla democrazia partecipata e solo nel 2023 per la prima volta ha pubblicato l’avviso per la presentazione dei progetti da parte dei cittadini in una “call” che è ancora in corso e si chiuderà il 18 maggio. Anche per la terza “capitale”, Agrigento, il dato resterà immutato perché la città – che nel 2020 aveva fondi per appena 8.392,00 euro – da anni non realizza i processi di democrazia partecipata.
Per 95 dei 159 Comuni si tratta di “restituzione totale”. Vale a dire che, secondo la Regione, non hanno speso nemmeno un euro dei fondi disponibili. Per gli altri 64 la restituzione è parziale, ovvero hanno speso almeno una parte delle somme a propria disposizione.
Le “multe” più piccole sono quelle di Taormina, con 16,30 euro da rimettere nelle casse della Regione, Saponara< (64,12 euro), Agira (84 euro) e Graniti (95 euro). E in questi casi si tratta per lo più di spiccioli “saltati” nei conteggi, niente di più.
Sanzioni sotto i mille euro comunque ce ne sono tante, 35 in tutto. Per 6 di questi 35 si tratta di restituzione totale (ovvero i Comuni avevano pochissimi soldi a disposizione e non li hanno usati): Ravanusa (210,00 euro), Capo d'Orlando (596,00), Termini Imerese (526,00), Terrasini (420,00), Campobello di Mazara (798,00) e Castellammare del Golfo (924,00). Gli altri 29 sono Comuni che hanno effettivamente speso i propri fondi non azzeccando la spesa al centesimo.
Interessanti invece le “multe” più salate. A dover restituire oltre 10.000 euro sono – sempre secondo il decreto regionale - in 37. Tra quelli a restituzione totale, oltre a Messina e Palermo, si trovano, nella “fascia alta” delle sanzioni, Vittoria, con 41.932,00 euro da restituire, Marsala (24.352,00), Paternò (23.756,00), Caltagirone (20.530,00) e Alessandria della Rocca (20.048,00). Altri 28 Comuni perdono tra i 10.000,00 e i (quasi) 20.000,00. Si tratta di Montallegro, Racalmuto, Realmonte, Niscemi, Castel di Judica, Maniace, Mascalucia, Mineo, Palagonia, Raddusa, Zafferana Etnea, Aidone, Gagliano Castelferrato, Villarosa, Capizzi, Caronia, Caltavuturo, Collesano, Torretta, Ustica, Chiaramonte Gulfi, Pozzallo, Santa Croce Camerina, Carlentini, Floridia, Francofonte, Lentini, Portopalo di Capo Passero. Tra quelli a restituzione parziale invece ci sono Lipari che perderebbe 20.036,64 euro dei suoi 61.756,00 e Petralia Sottana che dovrebbe rimettere alla Regione 10.961,00 dei suoi 12.852,00.
Perdono tra i 5.000 e i 10.000 euro 38 Comuni sanzionati con restituzione totale e 5 sanzionati con restituzione parziale. Tutto il resto sta al di sotto.
Comunque sia, nel 2020 per la democrazia partecipata in Sicilia erano disponibili in tutto 4 milioni e 642 mila euro. Al netto delle eventuali correzioni “in calcio d’angolo”, il dato generale anche per il 2020 registra una media di poco meno di 1 euro restituito ogni 3 (€ 1.381.438,94 corrispondono più o meno al 30% del totale). È stato così anche con riferimento al 2019. Bisognerà invece aspettare ancora un anno per avere i dati ufficiali sulle sanzioni 2021.
Aggiornamento del 27 aprile: revocate alcune sanzioni
Il Decreto del 27 aprile “a parziale modifica” di quello del 20 aprile revoca e ridetermina le sanzioni per 4 Comuni:
- Penale di € 110.572,00 totalmente revocata per Messina;
- Penale di € 1.351,94 totalmente revocata per Pettineo;
- Penale rideterminata in € 253,02 per Realmonte, con la sanzione che si riduce di € 16.104,98;
- Penale rideterminata in € 748 per Montevago, con la sanzione che si riduce di € 8.000.