Una comunità è come una famiglia allargata: tanti volti, tante anime, tante sensibilità e provenienze. E se coinvolgere tutti, all’interno di un nucleo familiare, è già difficile, in una comunità civica diventa quasi un’impresa.
In questa impresa si è imbarcato il progetto “Spendiamoli Insieme” che, con il supporto dei partner locali Agorà Mundi e associazione Acuarinto, nell’ambito del bando “Realizziamo il cambiamento con il Sud”, con il sostegno della Fondazione Realizza il Cambiamento, Fondazione Con il Sud e ActionAid International Italia ETS, ha avviato una sperimentazione nei Comuni di Agrigento, Porto Empedocle e Realmonte.
L’obiettivo è triplice:
- “aprire” i processi di democrazia partecipata, previsti in Sicilia dalla legge regionale 5/2014, alla popolazione di origine migrante, al momento totalmente esclusa;
- avvicinare le amministrazioni locali a porzioni sempre più ampie e rappresentative della comunità locale;
- favorire il dialogo tra le comunità cittadine più integrate e attive e le fasce di popolazione ai margini, in primo luogo per provenienza.
Sabato 22 aprile alle 10:30 presso il Foyer del Teatro Pirandello di Agrigento è in programma la presentazione ufficiale del progetto. Intervengono, insieme agli organizzatori, il sindaco Francesco Miccichè e l’assessore alle Politiche Sociali Marco Vullo.
La popolazione migrante nell’Agrigentino, tra presenze e bisogni emergenti
In provincia di Agrigento si assiste ormai da anni all’incremento di popolazione straniera. Secondo gli ultimi dati ISTAT, sono circa 15 mila i residenti di origine straniera, a cui si aggiungono circa 3000 non residenti, con o senza permesso di soggiorno, tracciati dall’Ufficio Anagrafe dei Comuni di Agrigento, Porto Empedocle e Realmonte. Mentre negli anni passati si trattava per lo più di uomini soli, in età attiva, con un basso livello di istruzione che soggiornavano nella zona nel periodo di maggiore picco di lavoro agricolo, oggi il profilo di queste persone è profondamente cambiato, con l’insediamento di interi nuclei familiari, che pongono nuove domande di inclusione e di rappresentanza. Eppure, stando al Rapporto sulla popolazione straniera nella provincia di Agrigento, l’area si attesta sotto la media regionale per livello di integrazione sociale, soprattutto a causa delle difficoltà riscontrate dalle fasce di popolazione di origine migrante a reperire informazioni sulle modalità di accesso ai servizi offerti dal territorio in ambito formativo, lavorativo e sociale.
In questo contesto, “Spendiamoli Insieme” sperimenta un percorso per rendere i processi di democrazia partecipata in Sicilia realmente partecipati, coinvolgenti ed inclusivi, con un focus particolare sulle persone con background migratorio.
Il progetto metterà in campo azioni di advocacy e co-progettazione con le istituzioni, pensate per l’innovazione dei processi partecipativi, azioni di informazione e animazione territoriale, finalizzate al più ampio coinvolgimento della comunità locale, e azioni di mediazione culturale, utili al coinvolgimento di persone ad oggi completamente escluse dai processi partecipativi. Le persone straniere che parteciperanno saranno formate sul tema dei diritti politici, del funzionamento delle istituzioni del territorio di accoglienza e dei principi che le presiedono, partecipazione compresa. Confrontandosi con esponenti della comunità locale (istituzioni, organizzazioni della società civile, studenti e cittadini), daranno il loro contributo ai processi di democrazia partecipata promossi ad Agrigento, sia come “proponenti” che come “votanti”. Così i processi di democrazia partecipata diventano la “palestra” in cui sperimentare nuove opportunità di convivenza e dialogo.
Democrazia partecipata, il punto nei tre Comuni
I processi di democrazia partecipata rappresentano di per sé un’occasione per costruire forme di collaborazione e di fiducia tra le istituzioni locali e i cittadini, anche se ad oggi questa occasione è in gran parte sprecata. Come accade in tanti altri Comuni siciliani, anche i processi di democrazia partecipata dei tre enti locali coinvolti nel progetto hanno bisogno di essere stimolati e migliorati.
Ad Agrigento il Comune non avvia il processo di democrazia partecipata dal 2018. Non a caso, nei mesi scorsi avevamo definito quella del capoluogo di provincia una “piccola storia triste” di partecipazione. In questo lasso di tempo l’unico dato ufficiale è la restituzione dei fondi 2019, poi nulla più. In precedenza, aveva acceso le speranze l’entusiasmo del 2016, con 669 voti, spoglio trasmesso in diretta Facebook da un consigliere comunale e quasi 40 mila euro a sostegno della povertà. Dopo la “macchina della partecipazione” si è inceppata. Nel 2017 la città ha speso i 18 mila euro a disposizione per la fornitura di arredi urbani e giochi ma con solo 40 agrigentini coinvolti. Ancora peggio nel 2018, quando sono stati restituiti in toto alla Regione circa 11 mila euro. Poi quattro anni di silenzio, con la proposta di modifica del Regolamento di partecipazione, non più in linea con la normativa, che langue in Consiglio comunale.
Migliore la situazione a Porto Empedocle, che al contrario di Agrigento si è “svegliata” proprio da quattro anni a questa parte (con una piccola parentesi nel 2017 su cui, però, non abbiamo trovato alcun documento). Nel 2019 la città ha speso il triplo dei fondi a disposizione, benché abbia ricevuto solo due proposte civiche e non sia passata dalla votazione popolare. Nel 2020 le proposte sono state 11 ma ancora una volta non sono stati i cittadini a scegliere quali finanziare ma il Consiglio comunale. Il 2021 è un anno importante, con l’approvazione del Regolamento sulla democrazia partecipata, che apre alla partecipazione di tutti i residenti maggiorenni e affida finalmente ai cittadini, tramite il voto, la scelta dei progetti da finanziare. I 332 votanti hanno premiato lo Sportello Ascolto Famiglia e, al secondo posto, l’archivio storico fotografico e delle tradizioni orali in digitale Empedocreo. Nota stonata: l’esito del processo arriva solo a giugno 2022. Stessi tempi anche per il processo di democrazia partecipata 2022: nell’aprile scorso è stato pubblicato l’avviso, un anno dopo, e siamo all’attualità di questi giorni, sono in corso le votazioni per scegliere tra i quattro progetti ammessi quelli da realizzare in proporzione ai voti ottenuti. Brevissimi i tempi di voto, appena cinque giorni: c’è tempo dal 17 al 21 aprile 2023, entro mezzogiorno.
Fa un pizzico meglio Realmonte, completamente “verde” nella nostra mappa sulla democrazia partecipata, il che significa che dal 2016 a oggi “Spendiamoli Insieme” ha trovato sempre traccia di documenti e attività sul tema. Il Regolamento risale al 2017, quindi deve essere aggiornato e non dà facoltà di proposta ma solo di scelta ai cittadini. Dallo stesso anno la città pubblica l’avviso, rivolto anche ai minorenni, ma fino al 2021 mancano completamente le informazioni sull’effettiva partecipazione e i progetti realizzati. Nel 2022 l’avviso pubblico introduce un parziale correttivo, chiedendo esplicitamente ai cittadini di indicare, nell’ambito dell’area tematica scelta, come l’amministrazione dovrà usare i fondi. Tra le 25 istanze pervenute “vince” l’acquisto di materiale didattico per la prima infanzia (18-36 mesi).
Alessia Cotroneo
Le informazioni contenute in questo pezzo sono costruite sui dati disponibili su “Spendiamoli Insieme” al 17 aprile 2023.