Sono sette i Regolamenti per la democrazia partecipata approvati o aggiornati nel primo trimestre 2023. L’ultimo in ordine di tempo è quello del Comune nisseno di Resuttano, che il 21 marzo scorso ha sostituito il precedente documento datato 2017, non più in linea con la legge regionale. Prima era toccato al vicino San Cataldo, a Partinico nel Palermitano, a Terme Vigliatore e Floresta nel Messinese, a Sant’Alfio e Sant’Agata Li Battiati nel Catanese. E in tutti questi territori si è trattato di una “prima volta”, essendo Comuni che non avevano mai approvato il documento che disciplina il processo attraverso cui i cittadini accedono ai fondi della legge siciliana 5/2014 e successive modifiche.
Eppure, alla lettura dei documenti, solo in un caso questi nuovi regolamenti rispettano i cinque principi inderogabili desunti dalla normativa e suggeriti da Spendiamoli Insieme alle amministrazioni:
1) il diritto dei cittadini di fare proposte;
2) il successivo diritto dei cittadini di esprimere una preferenza;
3) la composizione esclusivamente tecnica e mai politica della commissione che valuta l’ammissibilità dei progetti;
4) il diritto alla partecipazione per i minorenni;
5) la previsione di una sezione dedicata alla democrazia partecipata nelle home page dei siti dei Comuni.
Semaforo verde a Floresta
Il “Regolamento sulla democrazia partecipata” del Comune di Floresta approvato il I marzo è l’unico tra quelli datati primo trimestre 2023 a garantire il diritto di proposta e di votazione ai cittadini, inclusi i minorenni dai 16 anni in poi, a escludere ingerenze politiche dal Tavolo tecnico che valuta e ammette i progetti alla votazione, a fare riferimento a un’apposita sezione sul sito istituzionale dell’ente in cui verranno indicati i progetti presentati, quelli esclusi, le modalità e l’esito della selezione, le liquidazioni effettuate in esecuzione dei progetti approvati.
A proporre l’approvazione del Regolamento è stato l’assessore all’istruzione e alle politiche sociali Lucia Lo Grande. Negli anni precedenti, l’assenza del documento non aveva impedito al Comune di avviare e spesso completare comunque l’iter partecipativo, spendendo quasi sempre più dei trasferimenti regionali.
San Cataldo, bene ma non benissimo
Il “Regolamento comunale bilancio partecipativo” di San Cataldo riconosce il diritto dei cittadini di fare e votare le proposte, ammette alla partecipazione anche i sedicenni, menziona la pubblicazione degli esiti del processo su apposita sezione del sito istituzionale (di cui ancora non c’è traccia) ma affida alla Giunta la valutazione delle proposte civiche da ammettere al voto popolare, dopo una valutazione di fattibilità tecnico-giuridica da parte degli uffici competenti. Di fatto, sarà impossibile evitare eventuali ingerenze politiche.
Nella città nissena la spinta all’approvazione del documento è partita dalla maggioranza in consiglio comunale, che nel novembre scorso, a meno di un anno dall’insediamento della giunta, ha presentato la proposta al consiglio comunale. Dal 2017 ad oggi, il Comune ha restituito circa 10 mila euro all’anno alla Regione per non aver avviato i processi di democrazia partecipata. Adesso con l’approvazione del documento è stato fatto il primo passo per avviare finalmente l’iter di coinvolgimento della cittadinanza e spendere i fondi.
Resuttano, Partinico, Terme Vigliatore, Sant’Alfio: rimangono due forti criticità
A Resuttano, Partinico, Terme Vigliatore, Sant’Alfio i nuovi regolamenti rispettano tre dei cinque principi individuati da Spendiamoli Insieme: riconoscono ai cittadini il diritto di fare proposte ed esprimere una preferenza, consentono la partecipazione anche ai minorenni. Peccato per la composizione non esclusivamente tecnica della commissione di valutazione dei progetti da ammettere alla votazione. Niente da fare anche per la sezione dedicata alla democrazia partecipata sui siti istituzionali.
Ad ogni modo, l’adozione del documento segna in tutti i territori notevoli passi in avanti in materia di democrazia partecipata.
Con il nuovo “Regolamento comunale del Bilancio partecipativo” di Resuttano per la prima volta saranno i cittadini, e non un tavolo tecnico a trazione politica, a votare i progetti. Interessante anche la genesi del documento, che nasce, si legge nella pagina Facebook dell’organizzazione politica “Partecipando. Insieme si può”, in seguito alla proposta di modifica del gruppo di minoranza in Consiglio Comunale, concordata in parte con la maggioranza.
Grazie al “Regolamento del Bilancio in Democrazia Partecipata” di Terme Vigliatore i cittadini potranno proporre e non solo scegliere tra le proposte dell’amministrazione comunale, a differenza di quanto avvenuto negli anni scorsi, in cui l’assenza del Regolamento non ha impedito comunque al Comune di avviare e spesso completare l’iter per spendere una cifra variabile dai 5 agli 8 mila euro all’anno, senza restituire alla Regione quasi nulla dal 2016 ad oggi. Non solo: la città si distingue per riconoscere il diritto di voto anche ai quindicenni.
Con il Regolamento di Partinico, di cui abbiamo già scritto nelle scorse settimane, è stato fatto il primo passo per consentire alla città di spendere circa 12 mila euro all’anno, immancabilmente restituiti dal 2016 ad oggi. Qui è stata la società civile locale, in particolare un gruppo composto da 11 associazioni, a “mettere in moto” il meccanismo che ha portato alla redazione del Regolamento, lavorando, in collaborazione con Spendiamoli Insieme, alla scrittura di una bozza di documento presentata al Consiglio comunale.
Anche a Sant’Alfio il “Regolamento Comunale disciplinante le forme di democrazia partecipata” segna un passo in avanti per l’ente, che soltanto pochi mesi fa aveva chiesto ai cittadini di scegliere entro il 27 dicembre 2022 tra tre proposte dell’amministrazione comunale e che ha già restituito quasi 20 mila euro di fondi.
Sant’Agata Li Battiati: si può fare di più
Il “Regolamento per la disciplina e il funzionamento di forme di democrazia partecipata” del Comune di Sant’Agata Li Battiati ha due primati: è l’unico tra quelli targati 2023 a non ammettere i minorenni nel processo di partecipazione ed è l’unico pubblicato dopo l’avviso che apre il processo di partecipazione per l’anno in corso. Così mentre il Regolamento approvato a febbraio dà ai cittadini diritto di proposta, oltre che di votazione, l’avviso di gennaio chiede loro semplicemente di scegliere tra le proposte dell’amministrazione. Un “cortocircuito” che, ci si augura, sparirà dal 2024. Non meno grave, il Regolamento riconosce apertamente alla politica voce in capitolo sui progetti da ammettere alle votazioni popolari, affidando all’amministrazione l’esame delle proposte in fase istruttoria. Per quanto riguarda, infine, la pubblicità degli atti, il documento rimanda genericamente al sito istituzionale, non a una sezione dedicata alla democrazia partecipata.
Nel Comune etneo si è arrivati al Regolamento, approvato all’unanimità del Consiglio comunale, su proposta dei consiglieri Pulvirenti, Lo Sauro e Rosano dei gruppi consiliari “Battiati insieme” e “Battiati oltre”, dopo un’interlocuzione con il segretario comunale che ha fornito indicazioni tecniche. In passato, ad eccezione del 2022, l’assenza del documento non aveva impedito all’ente di avviare il processo, facendo, però, votare i cittadini su proposte dell’amministrazione comunale.
Alessia Cotroneo
Floresta, foto via Wikimedia Commons