Bonus democrazia partecipata: 1,3 milioni di euro extra per 207 Comuni siciliani virtuosi

Bonus democrazia partecipata: 1,3 milioni di euro extra per 207 Comuni siciliani virtuosi

1 milione e 300 mila euro extra (precisamente € 1.287.090,45) per i Comuni virtuosi che hanno speso fino all’ultimo euro dei fondi regionali 2019 per la democrazia partecipata.

Lo scorso 29 dicembre 2022, l’Assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica della Regione Siciliana ha pubblicato il decreto che individua i 207 Comuni siciliani premiati in relazione ai processi di democrazia partecipata svolti nel 2019: 24 nell’Agrigentino, 11 nel Nisseno, 26 nel Catanese, 10 nell’Ennese, 79 nel Messinese, 35 nel Palermitano, 3 nel Ragusano, 10 nel Siracusano e 9 nel Trapanese. Più della metà dei 391 totali.

Le somme oscillano dai 2.245,85 per Frazzanò, 615 anime nel Messinese, ai 29.593,70 euro del capoluogo Siracusa, seguito da Ragusa (22.231,25 euro), Lipari (19.937,82 euro), Acireale (17.455,22 euro), Piraino (16.072,64 euro), Caltabellotta (15.513,43 euro) e Siculiana (€13.125,02).

Il decreto regionale applica l’articolo 1 comma 5 della Legge Regionale 9/2020, che dice che le somme restituite dai Comuni inadempienti “sono ripartite tra i comuni virtuosi che hanno impegnato le somme”.

Di seguito il dettaglio delle premialità assegnate dalla Regione a ciascuno dei 207 Comuni virtuosi.

 

Va subito detto che queste cifre non hanno alcun vincolo di destinazione. Le amministrazioni comunali potranno impiegarle come ritengono più opportuno. Dal nostro punto di vista sarebbe utile oltre che giusto che servano per migliorare e ampliare i processi di democrazia partecipata previsti dalla legge. In ogni caso, a prescindere dalla cifra e dalla destinazione, i fondi extra costituiscono comunque un ulteriore incentivo per i Comuni a spendere, ci auguriamo bene e davvero insieme ai cittadini, le risorse della democrazia partecipata. Nelle prossime settimane proveremo a verificare se i 207 Comuni individuati dalla Regione per le premialità siano o meno davvero virtuosi.

Il computo arriva a fine 2022, dopo l’aggiornamento del conteggio delle sanzioni 2019, pubblicato nell’ottobre scorso. Il ritardo è facilmente spiegato: il conteggio delle sanzioni, e dunque anche dei fondi da redistribuire a titolo di premialità, è frutto di un procedimento burocratico lungo e articolato, che si avvia con le autocertificazioni dei Comuni sulle spese effettuate l’anno successivo rispetto a quello a cui vanno riferiti i fondi, per proseguire con un lungo elenco di rettifiche, accertamenti, ulteriori elementi istruttori. Una contorta sequela di carte bollate che va avanti per anni dai Comuni all’Assessorato alle Autonomie Locali.

Il parere dell'esperto

Secondo Giovanni Mazzone, avvocato cassazionista, autore del volume “La Democrazia partecipata: da Porto Alegre a Solarino – Analisi delle vigenti normative primarie e secondarie e in particolare di quella della Regione Siciliana” (Edizioni Gepas), le ragioni dei ritardi nel calcolo di sanzioni e premialità legate all’uso dei fondi della democrazia partecipata in Sicilia sarebbero dovute al “carattere ordinatorio e non perentorio” dei termini di autocertificazione indicati nelle circolari rivolte agli enti locali, secondo una tollerante interpretazione dello stesso Assessorato regionale alle Autonomie Locali e alla Funzione Pubblica.
«I Comuni interessati al conseguimento della premialità – sottolinea l’avvocato Mazzone nel libro – saranno in futuro costretti ad investire in democrazia partecipata importi superiori al prescritto 2%, così da assicurarsi di aver speso, all’esito del procedimento e dei suoi possibili imprevisti (come ad es. eccessivi ribassi), “almeno il 2 per cento delle somme loro trasferite”; il mancato raggiungimento dell’obiettivo per pochi euro, infatti, oltre alla penale, poco rilevante essendo pari ai pochi euro non spesi, comporterà anche la mancata partecipazione al riparto della premialità che, stante le penalizzazioni sinora inflitte, potrebbe essere interessante».

Alessia Cotroneo

Visualizzazione dei dati a cura della community Open Data Sicilia

Siracusa, foto di Angelo Bonomo, via Wikimedia Commons