In tema di democrazia partecipata vien da dire che l’erba del vicino è più verde. Non sempre, ma spesso. Possono ben dirlo i paternesi, per esempio. Su www.spendiamolinsieme.it la città di Paternò (46202 abitanti) è interamente colorata in grigio. Dal 2016 a oggi i ricercatori non hanno trovato alcuna notizia, tranne quelle ufficiali della Regione che raccontano di risorse per oltre 20 mila euro annue non utilizzate e restituite al mittente. Non c’è, per capirci, nemmeno il regolamento. La città confinante di Belpasso non solo ha adottato il regolamento già nel 2017, un anno prima che diventasse obbligatorio, ma ha messo in piedi un bel po’ di cose grazie a circa 10 mila euro all’anno ai quali il Comune ogni tanto ha aggiunto qualcosa. E il processo attivato rispetta tutte le regole fondamentali. Dal 2016 a oggi ogni anno si sono trovati documenti e informazioni e per questo su www.spendiamolinsieme.it Belpasso (27390 abitanti) è colorata in verde.
Sempre nell’Area metropolitana di Catania, poco più in là, ecco Nicolosi (7416 abitanti) e Zafferana Etnea (9440 abitanti). Nicolosi non ha il regolamento ma svolge il processo di democrazia partecipata e con i suoi 7/8 mila euro annui ha fatto viaggiare un po’ di suoi giovani all’estero in vacanze studio a Berlino, Monaco, Amsterdam. Zafferana Etnea invece il regolamento ce l’ha, dal 2018, ma non attiva il processo e restituisce alla Regione circa 13 mila euro ogni anno.
Ma è nel Palermitano l’esempio più eclatante. Se Palermo (647422 abitanti) dal 2016 ad oggi ha rimandato indietro ogni anno circa 300 mila euro e le città attorno, come Belmonte Mezzagno (11088 abitanti, 9 mila euro annui) si danno invece da fare, cercando di sfruttare appieno l’occasione, nell’ex provincia si registra invece la crescita di San Cipirello (5172 abitanti) dove, nel 2022, sono 3 i progetti già scelti – 2 del locale circolo di Legambiente (“Spegnila Bene” e “Parco Urbano”) e uno dell’associazione Kaleidos Cultura e Natura (“Uso consapevole dei nuovi media – Scrittura giornalistica”) e a disposizione ci sono 7 mila, il doppio rispetto al 2021. Poco più di 15 km a est di San Cipirello c’è, con numero di abitanti simile, Piana degli Albanesi, che non ha mai utilizzato i circa 4.000 euro annui disponibili sul capitolo democrazia partecipata.
Nel Messinese, che con i suoi 108 Comuni offre un’ampia casistica, ci sono Fondachelli Fantina e Novara di Sicilia che si comportano all’opposto nonostante siano appiccicate, abbiano la stessa popolazione (rispettivamente 1009 e 1242 abitanti) e dispongano di somme simili (6/7 mila euro annui). La prima spende e realizza interventi come la manutenzione del campo sportivo, le decorazioni natalizie, contributi al trasporto scolastico mentre la seconda da anni perde i suoi fondi. Idem Torregrotta (7410 abitanti) e Pace del Mela (6197 abitanti). La prima ha usato ogni anno i suoi 7/9 mila euro, ha fatto pulizie straordinarie, manifestazioni ed eventi e quest’anno ha scelto di dotare di oltre 500 nuovi libri la biblioteca. La seconda niente, da anni rimanda alla Regione i suoi 5/7 mila euro. Per non parlare dei tre Comuni che si contendono la piccola isola di Salina nell’arcipelago delle Eolie. La “grigia” Leni (686 abitanti) si è attivata solo nel 2017, spendendo circa 11 mila euro, e poi basta più. Le “verdi” Malfa (989 abitanti) e Santa Marina Salina (899 abitanti), invece, riescono a spendere ogni anno attorno ai 13 mila euro ciascuna (ma a Malfa le proposte sono fatte dal Comune e i cittadini possono solo scegliere quella che preferiscono, mentre a Santa Maria Salina sono i cittadini a presentare proposte, come impone la legge). Con questi fondi l’una ha ristrutturato lo spogliatoio del campo di calcio, migliorato la cartellonistica stradale, creato guide virtuali e l’altra ha impiantato un museo, dato vita a interventi sociali, fatto manutenzione straordinaria del sito archeologico.
Nell’Ennese dinamica simile tra Piazza Armerina (21043 abitanti) “grigia” e senza regolamento e Barrafranca (12126 abitanti) “verde” e con regolamento. La prima perde attorno ai 10 mila euro all’anno, la seconda utilizza circa 5 mila euro all’anno e con questa somma così piccola riesce a fare un bel po’ di cose, compreso, negli anni del Covid, supporto all’assistenza sanitaria e agli hub vaccinali, ma anche manifestazioni culturali, progetti educativi, feste. Nel 2022 ha approvato 10 progetti.
Nel Nisseno si contrappongono la città di Mazzarino in “verde” con i suoi 11316 abitanti, i suoi 7/8 mila euro annui e i suoi processi pienamente compiuti (avviso, presentazione delle proposte, votazioni sulle proposte ammesse) e la città di Butera (4364 abitanti) in “grigio” per la quale non ci sono notizie a parte l’adozione del regolamento nel 2021. Nel Siracusano si tratta, per esempio, di Avola (30667 abitanti, risorse annue attorno ai 30 mila euro) che fa quasi tutto come si deve (l’unica nota dolente è che sembra che non si proceda a votazione sulle proposte presentate dai cittadini, sulle quali decide un tavolo tecnico) e Noto (23694 abitanti, fondi per circa 15 mila euro annui) che spesso non ci riesce, tanto che non si hanno notizie per il processo dell’anno scorso né, finora, per quello di quest’anno.
Nel Ragusano si può guardare ai “dirimpettai” Acate (10898 abitanti) che dal 2020, anno in cui adotta il regolamento, riesce a sviluppare l’iter e a spendere i suoi 9 mila euro annui, e Vittoria (62524 abitanti) che è ancora senza regolamento e ha perso molte “annualità” di circa 40 mila euro ciascuna.
Situazioni simili anche nell’Agrigentino con Palma di Montechiaro (21551 abitanti) che spende circa 21 mila euro annui e spesso non va a votazione perché il budget copre tutti i progetti presentati (non pochi, nel 2021 sono stati 6), e Licata (35496 abitanti), di cui non si sa niente tranne il fatto che nel 2017 ha adottato il regolamento e che ogni anno rinuncia ai propri fondi (circa 3 mila euro nel 2020, ultimo dato ufficiale disponibile).
Infine nel Trapanese si fronteggiano Castelvetrano (30540 abitanti) per cui non si è riusciti a rintracciare una sola notizia e Partanna (10141 abitanti) che invece usa ogni anno i suoi fondi. Per entrambi le somme sono molto piccole, attorno ai 1700 euro. Ma Partanna ci tiene e mette in moto percorsi formativi per giovani, campetti sportivi, laboratori musicali.
Iria Cogliani
foto di Piana degli Albanesi, via Wikimedia Commons